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MA E’ SETTI O RANZANI?

Lo ammetto, la prima volta che ho sentito e visto Maurizio Setti, ho pensato al classico personaggio che a Milano definirebbero “bauscia”. Sì il classico tizio “splendido”, arricchito e un po’ sbruffone. Sarà stato per quella parlata, l’eloquio aggressivo, la logorrea incessante. E poi quella camicia bianca aperta, con la collanina d’ordinanza… E le foto con Danny Mendez ed Elena Santarelli. A vederlo, immaginavo divertito anche il resto. Chessò magari un pantalone colorato e acceso, stile casual-elegante, con la scarpa da ginnastica vistosa ma di tendenza. O l’incedere sicuro con tanto di “pacca sulla spalla” d’ordinanza all’interlocutore di turno, e il cellulare sempre all’orecchio. Poi quando ho saputo del suo Porsche Cayenne e dell’aereo personale, be’, ho pensato immediatamente al “Marco Ranzani di Cantù”, il personaggio inventato a Radio Deejay da dj Angelo e interpretato da Albertino a Zelig. Ranzani ricco imprenditore proprietario un po’ di tutto, dalla squadra di pallacanestro locale, all’aeroporto di Cantù. Non bastasse quando Vighini l’ha chiamato, il Nostro se l’è “tirata” immediatamente: “Eh scusi ma sono in riunione”. Salvo poi concedersi col consueto cipiglio per cinque minuti buoni.

Sia come sia, è un fatto che a Verona, a certi livelli, manchino personaggi così. Setti dice che gli emiliani sono più esuberanti dei veneti. Sarà, di sicuro a Verona i grandi imprenditori sono una sorta di fantasmi. Degli E.T non meglio identificati. Fuori dai loro circoli, dalle loro personali feste di beneficenza, dai loro congressi aziendali o confindustriali, non li vedi e non li senti. Spesso non sai manco dove abitano. Giocano ai loro affari a fari spenti, equidistanti, anzi “equivicini”, mai una presa di posizione, o un iniziativa davvero sociale. Al limite impegnano risorse per un evento di due giorni (Giro d’Italia, Mondiali di Ciclismo). In loro impera il basso profilo, declinato all’ennesima potenza dal proverbiale “laora e tasi”. Figuriamoci se entrano nel calcio. Non esistono visionari, da noi. Comunicatori ancor meno.

Setti lo è? Non so. Però dopo anni di deserto attorno all’Hellas, di “Inferno” calcistico, di depressione da Lega Pro, mi piacerebbe un presidente un po’ smargiasso. Fatta salva la competenza, perché di “Ranzani”  qui a Verona non ne abbiamo bisogno. Per quello basta accendere Zelig.

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