Ora però la smetteremo di dire che il Verona è scarso e che tutte le altre sono più forti. Va bene il cuore, la capacità di soffrire, la grinta, ma nel Verona c’è anche e soprattutto qualità individuale. Quella fa la differenza, perché a calcio devi innanzitutto saperci giocare. È un’ovvietà, ma a Verona spesso la trascuriamo, presi come siamo a parlare di tutto fuorché di pallone e di tecnica. Sta di fatto che Baroni nello scontro della vita con l’Udinese si è potuto concedere il lusso di mettere in panchina Suslov, Duda, Bonazzoli e Vinagre in un colpo solo. Poi, chiaro, senza la giusta miscela tra temperamento e accortezza tattica non vai da nessuna parte, infatti qui avevamo sottolineato come quel mix fosse colpevolmente mancato contro il Genoa e pure contro il Milan, quando si è giocato lancia in resta e si sono palesate troppe distrazioni e leggerezze individuali (sciagurato sul piano tattico anche il primo tempo di Bergamo).
Ribadiamo: il Verona basta a se stesso, dunque per salvarsi deve limitarsi a restare concentrato e coerente nel a fare ciò che sa, senza complicarsi la vita, cercare virtuosismi o astruse formule. Baroni è bravo finché resta nel “suo” calcio, meno ogniqualvolta cerca (o è costretto a cercare) evasioni o mutamenti che si rivelano esiziali.
L’11 marzo, ospite di Supermercato in esterna, auspicavo che il Verona potesse arrivare a 31 punti dopo la partita con l’Udinese. Missione compiuta, siamo a regime, con la classifica che meritiamo (i punti persi e guadagnati si sono compensati). Allora immaginavo però che avremmo lasciato indietro qualche avversaria in più e invece il Lecce ha ripreso a correre, il Cagliari si è tirato fuori dalla melma e l’Empoli ha mantenuto la testa sopra la sabbia. Pertanto si potrebbe alzare la quota salvezza rispetto ai preventivati 35 punti, anche se molto dipenderà da Frosinone e Udinese che sono quelle che inseguono. Ma ora, a cinque partite dalla fine, è inutile stare qui a rimuginare e non vale la pena nemmeno elaborare tabelle. Piuttosto partirei da un dato di fatto che è una consapevolezza: il Verona ha raccolto 20 punti nelle ultime 17 partite, una buona media frutto di un cammino equilibrato, regolare (cinque vittorie, cinque pareggi, sette sconfitte). Significa che la squadra, al netto di qualche calo di tensione, è generalmente solida e non propensa a colpi di testa o harakiri improvvisi. Questo offre buone sensazioni per la volata finale. Il Verona è padrone del proprio destino.