Giovanni Gardini, nuovo dg del Verona, ha la faccia affabile. Fossi un cineasta americano gli proporrei la parte del bravo yankee del Milwaukee, diviso tra lavoro (titolare di un ferramenta, o di un negozio di pesca) e barbecue la domenica. Mi sembra il papà di Ricky Cunningham in Happy Days, in realtà l’affabilità cela uno spietato modus operandi, com’è doveroso che sia se fai il direttore generale di una squadra di calcio.
Sean Sogliano “c’ha er fisico” direbbero a Roma. Capello brizzolato stile Richard Gere in Pretty Woman, sguardo da “bel tenebroso”, occhio lucente, mascella volitiva e collo leggermente taurino, personalità e portamento da manager in carriera. Pantaloni a sigaretta e giacche sempre un filino (e ricercatamente) troppo strette, il suo è un fascino a passo coi tempi, più da “Centovetrine” che da Robert Redford. Poco vintage e molto anni ’010.
Massimiliano Dibrogni ha il passo da guardia del corpo, spedito e poco rilassato. Anche quando parla è un treno, senza amnesie, vuoti o confusioni. Un libro imparato a memoria. Dibrogni non stupisce, non è un artista e mai avrà la crisi della pagina bianca, ma si capisce che è uno sempre sul pezzo, operativo h 24, memonico. Uno stakanovista intelligente, che le carte le impara rigorosamente a memoria, ma le sa rielaborare. Lui è l’amico secchione che abbiamo sempre avuto. Setti e Sogliano non sono Don Vito Corleone, ma Dibrogni un po’ il Tom Hagen de Il Padrino lo ricorda. Bravo ragazzo, capace di stare in un mondo di lupi.
Gardini, Sogliano, Dibrogni sono gli uomini di fiducia del nuovo Verona di Setti-Ranzani. L’Hellas ha cambiato pelle, non siamo più la succursale del Castelnuovo Sandrà (ciononostante grazie Martinelli). Adesso siamo una vera SPA, intesa come centro benessere, claro. Proponiamo anche il servizio hospitality in tribuna VIP, per chi volesse pagare un sovraprezzo nell’abbonamento. Una “vocina” mi ha annunciato come sarà. Per i gentili ospiti al posto delle scomode e vetuste poltroncine, ci sarà un bel divano con poggiapiedi. Prima delle angustie della partita, si potrà accedere alla sala con annesse, a scelta, vasche idromassaggio, sauna e bagnoturco. Hostess strafighe serviranno brandy e vino d’annata. Ci sarà anche un dj set, o un piano bar, a seconda dell’età e dei gusti dei vip. I quali, pure loro, in un attacco di prosopopea plebea potranno cantare come un qualsiasi ultras: “Di questa partita non ce ne frega un cazzo”.
Lascia un commento