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LA LEADERSHIP DI SOGLIANO

Giorni di pensieri. Maurizio Setti ha rimurginato, riflettuto, discusso.  Poi ha delegato. Sean Sogliano, seguendo le linee guida del presidente, ha agito e ordinato. Nel segno di Vasco Rossi e di una sua vecchia canzone, nemmeno tra le più famose: “Cosa c’è”. Vasco quasi esortava, tra il pessimismo della ragione  e l’ottimismo della volontà: “Quando tocchi il fondo vieni su, vieni fuori oppure non ci vieni più”. Setti e Sogliano devono essersela ripetuta infinite volte, come un mantra, quella frase, dopo Empoli e un pareggio acciuffato per il rotto della cuffia, a fronte di una prestazione pessima, seguita a quella quasi identica con la Juve Stabia. Non si è fatto ingannare dai 4 punti conquistati (comunque sia un buon bottino), il presidente.  Ha capito al volo che l’Hellas stava prendendo una brutta piega, mentre le rivali Sassuolo e Livorno volavano ad ali spiegate. E ha dato ampio mandato a Sogliano, che decisionista di natura non ci ha filosofeggiato su.

Ha deciso il lungo ritiro pre Modena, il d.s, nonostante la contrarietà dell’allenatore. Non solo, nel lungo summit con squadra e mister ha compattato il gruppo. Nessun alibi di sorta ai giocatori: avanti con Mandorlini, anche in caso di sconfitta col Modena, è stato il messaggio lanciato a uno spogliatoio con qualche crepa di troppo. Il mister in cambio della fiducia si è impegnato ad ampliare le consultazioni con Sogliano anche sulla gestione tecnica. Un commissariamento? No, una collaborazione più ampia, che tuttavia sottolinea un fatto: il diesse figlio d’arte è sempre più al centro delVerona. Per un cambio di rotta.

 

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