Non uso Instagram e non ho l’Iphone. Le immagini mi scorrono solo nella mente. Le più belle di un sabato bestiale al Bentegodi. Il coro della curva sud “Non vi lasceremo mai. Soli insieme a voi” particolarmente riuscito al 15’ del secondo tempo. La reazione di un Verona finalmente guerriero e poco civettuolo, come la stagione scorsa. Le parate di un Rafael definito al meglio da Ebagua: “Batman”. E soprattutto quell’abbraccio di Moras a Mandorlini, che cancella una volta per tutte le ambiguità che stanno accompagnando il Verona da inizio torneo. Un po’ meno convincente il greco quando in sala stampa se l’è presa coi soliti “giornalisti cattivi” (sai che originalità!) che hanno osato denunciare ai tifosi le difficoltà e gli alti e bassi del rapporto tra l’allenatore e la società. “Poi i tifosi si fanno idee strane” ha detto Moras. I tifosi hanno diritto di sapere e di manifestare, secondo il principio liberale “conoscere per deliberare”. Il problema semmai sono le ambiguità. Quindi sia benedetta Novara che ha scoperchiato gli altarini e paradossalmente rinforzato Mandorlini e dunque il Verona. Sia benedetto il Varese, vittima di un Verona finalmente incazzato e compatto, che soffre le piccole ma si esalta con le sue pari. Adesso sarebbe ancora più benedetto Maurizio Setti, se uscisse dal silenzio e facesse come Moras: abbracciare idealmente Mandorlini. Perché Sogliano non basta. Perché momenti di difficoltà da qui a giugno ce ne saranno ancora, ma di ambiguità non ce ne dovranno essere più. Perché se la stampa ha il dovere di criticare e di denunciare, la società deve in primis difendere e legittimare i suoi tesserati, anche pubblicamente. Certi silenzi pesano più di certe dichiarazioni, specie in certi momenti.
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