Massimo Silva negli spogliatoi di Ascoli ricordava il miglior Oronzo Canà. “Sei a zero… è sei a zero!”. Ok, il Verona si è fermato a cinque, ma solo perché non ha voluto (giustamente) infierire dinnanzi alla pochezza di uno sparring partner da “dopolavoro” ferroviario.
Che vuoi dire dopo una partita così? Giornalisticamente parlando questi sono match da “pagina bianca”. Perfetto il Verona di oggi, come nel secondo tempo col Brescia, aggressivo e offensivo, coi due mammasantissima Gomez e Martinho più nel vivo del gioco. Una squadra finalmente coerente col disegno di mercato estivo del suo d.s. e che ha trovato una precisa identità nel momento decisivo della stagione, con un Cacia rinsavito, un Gomez liberato, un Martinho recuperato. Certo, manteniamo l’equilibrio, siamo ancora terzi e se Pro Vercelli e Juve Stabia non preoccupano, l’Empoli non è l’Ascoli.
Tre partite alla fine, vincendole saliamo in serie A, ma credo basteranno anche sette punti. La rotta è tracciata, c’è da riprendere il filo di un discorso interrotto brutalmente nel 2002…
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