Gene Gnocchi, giocando su un francesismo, ironizzava sulla fortuna di Sacchi chiamandola cul-de-Sac. Mandorlini è un uomo fortunato? Si è detto e scritto che il 2-0 di ieri è ingeneroso nei confronti del Sassuolo, padrone del campo per tutto il secondo tempo. Analisi da fattucchieri, con tutto il rispetto. Fortuna e sfortuna li lascerei agli scaramantici devoti di San Gennaro. Io più marxianamente adotto il profilo materialista.
Sassuolo sfortunato? No scarso, cioè impreciso in rifinitura e sotto porta. Al resto ci ha pensato il (questa volta) bravo Rafael. Contro un avversario un attimo decente sarebbe andata diversamente, questo è chiaro. Ammetterlo serve a crescere e a non cullarsi sugli allori di sei punti che comunque ci teniamo ben stretti.
Mandorlini fortunato? Vecchia questione, risolta da lui stesso con una delle sue battute più riuscite: “Meglio fortunati che sfigati”. Come dargli torto. Premesso che la “sindrome da trincea” (leggi arretrare a difendere il vantaggio) è un vizio storico del suo Verona, ho ragione di credere che negli scontri diretti spesso avremo questo atteggiamento. Questo è il calcio del mister, non ci si scappa, magari poco elegante ma sinora piuttosto redditizio. Quindi il problema non è tanto il “ci difendiamo” (embè?), semmai il “come ci difendiamo”. Ergo bene o male? Qualche sbavatura c’è e va limata, onde evitare guai con Torino, Livorno, Bologna e Parma, le prossime pari fascia, di ben altro spessore rispetto ai neroverdi del bilioso Di Francesco. Ecco perché continuo a rimanere perplesso sulla difesa e i suoi interpreti (se vuoi giocare in trincea servono marcatori più bravi). Maietta, Moras e Bianchetti, per motivi diversi, a questi livelli ci possono stare, ma non assieme. Manca un leader. Forse lo è Gonzales che da pedigree è il migliore che abbiamo. Presto sarà pronto. L’altra perplessità è su Cacciatore, benché al momento non veda alternative al “tronista”. Sala è più offensivo e Romulo (anche ieri straordinario) per ora è meglio lasciarlo dov’è.
Mandorlini comunque un messaggio in queste prime tre giornate l’ha lanciato: lui preferisce (ancora) la vecchia guardia. Col Sassuolo, a parte Romulo, ha schierato la squadra dell’anno scorso. Ok mancava Toni, ma col campione del mondo sarebbero stati pur sempre nove i superstiti. Tanti in rapporto al movimentato mercato di Sogliano.
La situazione però è in evoluzione. Il tecnico di Ravenna ha fatto capire che qualche posto è ancora in ballottaggio e qualche altro lo potrebbe presto essere. In difesa i titolari sono ancora quelli della B, ma Gonzales appunto, Bianchetti, l’impiego di Albertazzi a sinistra e di Romulo a destra sono soluzioni che Mandorlini ha in testa. Assodato che a centrocampo i titolari sono Romulo, Jorginho e Halfredsson, con Donati primo cambio, al momento è il terzo tassello del tridente offensivo a non avere ancora un padrone. Martinho e Toni non si discutono. Cacia ieri ha deluso (quanto varranno ancora le gerarchie tirate in ballo dallo stesso allenatore?). Gomez è troppo timido. Jankovic discontinuo. In attesa di Longo, il pensiero di tutti corre a Iturbe. Che sia lui il giocatore con cui spiccare il volo? Chissà, per adesso godiamoci questo brillante avvio.
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