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LA VIGILIA PIU’ PALLOSA DELLA STORIA

Maurizio Setti, al solito ruspante, la stoccata l’aveva infilata al Vighini Show: “Il Chievo? E’ la monarchia di Sartori”. Dalle parti della Diga però non hanno raccolto. Silenzio. E il Verona non ha rilanciato. Da lì il nulla da ambo le parti: nessun battibecco, zero sfottò, assenza della benché minima polemica (sportiva). Risultato? La vigilia più pallosa della storia, quasi come i predicozzi domenicali di Scalfari e gli editoriali di Polito. Pure la Tamaro è impallidita a fronte delle profusioni di melassa tra Toni e Corini, amici dai tempi di Palermo, o Toni e Dainelli, uno dei nostri “eroi” di Piacenza. Il triangolo no, cantava saggiamente Renato Zero. Ora, non vorrei che si scatenassero guerre di gelosia tra Corini e Dainelli appunto. Il bel tenebroso Thereau, invece, si è limitato a qualche sbadiglio, con quella faccia da fascinoso ed eterno scazzato: non si sa se a causa di Sannino (“non ci trovavo senso nelle cose che proponeva”), o della tiepida Verona (“mi aspettavo più attesa per questo derby”). Speriamo non si risvegli proprio domani. Hanno chiuso il cerchio i sorrisi educati di Corini, meno istrione di Sannino, più in linea col low profile clivense e soprattutto seriamente candidato a contendere a Morandi la palma di “eterno ragazzo”. Oggi parla Mandorlini, ma da quando il politically correct gli ha messo la museruola c’è poco da aspettarsi anche da un sanguigno come il ravennate, che tuttavia ha trovato il suo rimedio alla “censura”: parlare cogli sguardi, spesso sarcastici e taglienti. In mezzo a tutto questo piattume non ci resta che chiuderla qua al più presto e giocare, che poi è il vero senso del calcio. Tutto il resto è noia.     

 

 

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