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CARO SOGLIANO, I BRODI LONGHI…

Sarebbe potuto diventare un tormentone: “Toccatemi tutto, ma non il mio Sean”. Un po’ come quel vecchio spot degli orologi. Potrebbe invece essere presto un addio, perché Sogliano presumibilmente sarà il nuovo ds del Milan di Barbara Berlusconi.  Non si tratta, badate bene, di isterica gelosia, quella magari pervaderà le tifose veronesi, attratte da Sean un po’ per il nome avventuriero e soprattutto per lo sguardo a metà tra la soap opera e gli spaghetti western. Ma di un divorzio, quello col ds auzzaider, che sarebbe una dura botta per il Verona.

C’è una buone dose di sfiga in tutta questa storia. Il Milan non cambia direttore sportivo da 27 anni e decide di farlo proprio adesso che l’Hellas ne ha uno che inseguiva dai tempi di Mascetti (fine anni ’80). Colpa del ballo vorticoso delle scrivanie nel club di Berlusconi, che allontanati nani e (soprattutto) ballerine a corte, tradito dalle colombe e sostenuto da (mediocri) falchi, si ritrova pure i parenti serpenti in casa (leggi guerra per l’eredità tra i figli di primo e secondo letto), non bastasse Dudù. Galliani, dimissionario la settimana scorsa, è stato “congelato”, probabilmente saluterà a fine stagione, nel migliore dei casi si ritroverà nell’organigramma rossonero esautorato. Ora comanda Barbara, non si sa se per meriti o perché in “quota” Veronica, ma tant’è. B.B. ha imposto il rinnovamento e ha deciso di silurare lo storico ds Braida e puntare (concorde anche Galliani, che non si sa mai) su Sogliano, annoverato il migliore uomo mercato tra gli emergenti. Fatto non trascurabile, il nome Sogliano nell’ambiente milanista fa sempre un certo effetto. Il padre Ricky è stato difensore del Diavolo ai tempi di Rocco e Rivera nella prima metà degli anni ‘70 ed è amico intimo proprio di Braida (compagno di squadra nel Varese), il quale liquidato lautamente può aver speso di certo una buona parola per il figlio dell’amico (della serie se qualcuno mi deve succedere, almeno che sia amico di famiglia).

E il diretto interessato che dice? Nulla, tace.  E allora appelliamoci alla (flebile) speranza  e a pochi dati oggettivi. Sean è sotto contratto (scadenza 2015) e Setti, interpellato al riguardo, ha sciorinato uno dei suoi cavalli di battaglia “ranzaniani” (nel senso di Marco Ranzani da Cantù) preferiti: “Sogliano resta di sicuro, gli ho salvato la carriera”, manco fosse Pippo Baudo con Lorella Cuccarini. Il presidente ha aggiunto: “Non lo vedo adatto a un grande club italiano, dove serve anche molta diplomazia, eventualmente tra qualche anno potrà andare in una big estera”. Certo, l’ex “magliaio” di Carpi poi ha aggiunto: “Anche fosse, me lo comunicherebbe per tempo e il progetto Verona andrebbe comunque avanti”. Frase nemmeno troppo criptica questa, velata di addio.

Noi come i bravi di Don Rodrigo avremmo voglia di urlare che “questo matrimonio non s’ha da fare” e confidiamo sino all’ultimo sui buoni argomenti di Setti (rinnovo pluriennale, aumento dell’ingaggio e ambizioni europee). Non bastassero, vorremmo perlomeno che tutto fosse trasparente e chiaro il prima possibile. “Bisogna sempre giocare lealmente quando si hanno in mano le carte vincenti” scrisse Oscar Wilde. Tradotto: Sogliano si sbrighi e confermi o smentisca in fretta, possibilmente entro Natale. Come si dice a Verona, i brodi longhi…

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