Toh, ce l’hanno fatta. Tre commissari federali hanno “verbalizzato” (sic) domenica scorsa dei “buh” ad Armero del Napoli. Uno di loro, recita il comunicato della federazione, era “posizionato nei pressi della curva”. Che detta così sembra pure affascinante. Ve lo immaginate il commissario federale in incognito? Magari, chissà, presente sotto le mentite spoglie del venditore di bibite; oppure travestito da piccione e posizionato sopra la copertura dello stadio. Un commissario temerario come Sean Connery in 007; idealista come Robert Redford in Brubaker; o forse un semplice voyeur boccaccesco, a metà tra Renzo Montagnani e Alvaro Vitali. Del resto ognuno nella vita c’ha le sue perversioni, chi spiare la Fenech o la Guida nude, chi “verbalizzare”, ma tant’è. Risultato? Curva sud chiusa, anzi no, pena sospesa per un anno. La società ha fatto ricorso e da via Belgio trapela un certo ottimismo: “I filmati spediti agli organi preposti mostrano chiaramente che non c’è stato nessun coro di discriminazione”.
Non mi piace il vittimismo, e la dietrologia in certi casi è una tentazione facile. Qualche riflessione però va fatta. Se pure un mite “doroteo” come “Richelieu” Gardini – di solito impeccabile nella sua compostezza british e in passato, per sua stessa ammissione, non certo tenero coi tifosi – s’incazza e dichiara “non permetteremo che si continui a mistificare la realtà”, significa che un problema c’è. Anzi persiste. Quello tra il Palazzo e il Verona, e l’opinione pubblica nazionale e Verona.
Sembra che per noi la prescrizione non esista. Forse paghiamo ancora i fischi alla Nazionale del lontano 1989? Per caso la spada di Damocle del grave (e tristissimo) episodio del manichino pende in eterno su di noi?
La musica a Verona è cambiata da un pezzo e sarebbe il caso che lassù ai piani alti ne prendessero atto. Lo dico non per vittimismo, ma per timore. Non vorrei un giorno trovarmi un commissario al cesso dello stadio. Mi piaccio abbastanza, ma non sono Gloria Guida.
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