Eccole le nuove maglie! Le aspettavo con ansia, perché – da che mondo è mondo – come diceva il mitico Manuel Fantoni-Angelo Infanti (rip) a uno costernato e intimidito Sergio Benvenuti-Carlo Verdone: “A Sè, l’abito fa er monaco, eccome se lo fa!”. E questa volta, a differenza dello scorso anno, non sono rimasto deluso. Come intimamente mi aspettavo (ma non speravo) le “Game Kit Collection” (sic) – ai miei tempi chiamate volgarmente e barbaramente magliette – per le tonalità dei colori scelti, non sono molto rappresentative della storia del Verona. Mi riferisco alla prima, che poi è quella che conta, col suo blu “navy” ben distante dal quel “royal” a cui la tradizione si è sempre più o meno avvicinata. Ma così va, è la globalizzazione bellezza, del mondo o del pallone poco importa.
“Sono maglie studiate, che abbiamo voluto rendere alquanto personalizzate”, ha dichiarato Giovanni Gardini. Troppa grazia Sant’Antonio! Battute sdrammatizzanti a parte (non stiamo parlando della guerra nucleare, sia inteso), Gardini dal suo punto di vista (professionale) ha ragione: se una maglia la prendi da catalogo e le metti qualche stemma o il giallo nel colletto (cosa buona e giusta questa), tecnicamente diventa personalizzata, niente da dire. Ma il dg ci capirà se a nostro avviso sarebbe servito qualcosa in più, cioè disegnarne una “solo” per l’Hellas Verona. Perché non è stato fatto?
Aggiungo: Gardini pochi mesi fa aveva smentito che le maglie anticipate dalla Gazzetta dello Sport fossero quelle a cui stava lavorando la società. Anche in questo caso tecnicamente il dg ha ragione, le divise non sono uguali, tuttavia sono molto simili. Perché allora smentire con tanta decisione?
Sul web più di qualcuno ha scritto che la prima divisa richiama quella del Chievo per le maniche di colore diverso dal busto. In realtà la maglia del Verona ha le intere bande laterali che “staccano”, però mi domando: per evitare ogni equivoco, o timore di un beffardo contrappasso (dopo la polemica coi cugini sui simboli e colori) non sarebbe stato preferibile confezionarne una a tinta unita blu (lievemente più chiaro) coi bordini gialli? Diceva Steve Jobs, il cui culto è celebrato dagli imprenditori e manager di oggi: “La semplicità è più difficile da raggiungere rispetto alla complessità”. Quanto aveva ragione…
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