Ricordate l’adagio del vecchio Trap? Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. Ecco, ogni giudizio sul Verona è volutamente sospeso, anche se la squadra vista ieri sera ha già una sua fisionomia. Ma il calciomercato è ancora aperto e Sogliano sta lavorando su obiettivi che – a leggere i nomi – non sarebbero solo ritocchi all’esistente. Si cerca un giocatore per reparto, forse addirittura due in attacco. Come dicevamo, mica pizza e fichi. Certo, mancano pochi giorni alla Coppa Italia e meno di due settimane all’esordio in campionato, quindi qualche considerazione qua e là è legittima.
In attesa dei rinforzi, Mandorlini ha già trovato grosso modo l’undici titolare con cui iniziare la stagione. Con la Cremonese credo non si discosterà troppo dalla squadra vista ieri nel primo tempo con lo Shackhtar, con Obbadi ripiegato temporaneamente davanti alla difesa per le squalifiche di Tachtsidis e Donati, e Christodoulopoulos interno destro. A Bergamo invece potremmo vedere Taxi riprendere il suo posto da metodista, con l’ex Monaco rimesso interno e Christodoulopoulos nel tridente a sinistra. E, ovviamente, l’inserimento in difesa del tanto atteso Rafa Marquez. Ed è questo il copione tattico che ha più convinto Mandorlini sinora, come ha ammesso lo stesso tecnico ieri sera: “Lazaros lo preferisco nel tridente, Obbadi davanti alla difesa non ha mai giocato”.
Certo, manca ancora qualcosa. Tutti indicano la mezzapunta che salti l’uomo. Il fu Iturbe per intenderci. Vero, davanti siamo un po’ carenti in imprevedibilità e Chanturia non ha passato l’esame. Qualcuno lì arriverà (Lopez, Evangelista, forse un sorpresone). Eppure la vera lacuna a mio avviso è l’assenza di un vice Toni all’altezza, che possa anche giocare al suo fianco. Insomma, il Paulinho che avrebbe dovuto essere. Nené (per ora) non convince e pur augurando lunga vita al bomber di Pavullo, che se sta bene è ancora il numero uno, il gioco di Mandorlini passa per l’attaccante centrale ancor di più che per gli esterni d’attacco. Tradotto: se dovessi spendere lo farei lì.
Altro perno nel 4-1-4-1 mandorliniano è il centrocampista centrale. Tachtsidis è in progresso, ma il suo apporto non è ancora sufficiente. E Donati, non me ne voglia, pare l’ombra del giocatore che a vent’anni passò a suon di miliardi al Milan. Spero che Taxi esploda, ma in quel ruolo, per sicurezza, l’asticella va alzata, non con un fenomeno, basta un giocatore di categoria.
Attenzione, gli appunti che muovo sono legati a quello che è intimamente l’obiettivo della società: non solo non retrocedere, ma ripetere il campionato dello scorso anno e consolidarsi come media realtà del calcio italiano (quindi decimo posto finale, colonna sinistra della classifica). Perché la squadra, già così, è sufficientemente competitiva per non arrivare tra le ultime tre. Ma Setti, mi pare di capire, non è uomo da accontentarsi di una risicata salvezza.
Lascia un commento