L’orgoglio, o il buon senso? Era questo il bivio di Mandorlini. Il mister ha avuto l’intelligenza di seguire il secondo e di continuare sulla strada del rinnovamento tattico, nonostante la sconfitta di lunedì. Ho sempre pensato che il 5-3-2 sia il modulo migliore per le caratteristiche dei giocatori più forti del Verona (quelli su cui costruire l’undici), ma il mio dubbio era: Mandorlini ne è davvero convinto? Scrivevo che se non lo fosse stato era inutile proporlo. Il mister invece ha saputo vincere le sue vecchie certezze, il suo proverbiale orgoglio e ha avuto l’umiltà di ascoltare con i fatti le voci più critiche, sia interne che esterne alla società. Bravo. Ma non diciamolo (per ora) troppo forte, perché c’è un derby da affrontare e la tensione deve rimanere alta. Un consiglio al tecnico: rimanga umile (che non significa buono o simpatico) e capisca finalmente che le critiche sono a fin di bene e le muove chi lo ritiene preparato, ma con un grande limite in questi tempi di calcio ‘liquido’ e non ideologico: la cocciutaggine. Da oggi forse cocciuto, Mandorlini, lo è un po’ meno. E i giocatori? Non si esaltino troppo, hanno fatto semplicemente il loro dovere, che non è vincere sempre, ma dare tutto quello che hanno.
P.S Lazaros da mezz’ala è un signor giocatore e lì può fare la differenza. Con il ritorno di Obbadi a gennaio avremo trovato la quadratura del cerchio. Aspettando il mercato…
P.P.S. Mandorlini è MacGyver, ormai è assodato 🙂
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