Pressing. Fase difensiva. E un terzino sinistro. Queste le buone nuove di ieri. Aggiungiamoci un Mandorlini rilassato in sala stampa, spogliato da bizzose polemiche e riferimenti più o meno diretti alla rosa e al mercato, e a suo agio nel ruolo che meglio gli riesce: allenare, senza guerre e nemici, senza Montecchi e Capuleti. Ovviamente aspetterei per giudizi definitivi, perché la Roma del Bentegodi è apparsa una squadra in crisi di gioco e identità. Mandorlini invece non ha sbagliato una virgola.
FASE DIFENSIVA. Il Verona non ha rinculato nella propria trequarti e ha tenuto alte e corte le linee di centrocampo e difesa. Cosa rara nelle scorse stagioni. Con questo atteggiamento ne hanno giovato anche Marquez e Moras, mai impegnati in affannosi e pericolosi ‘uno contro uno’, a dimostrazione di una tesi che abbiamo sempre sostenuto: se migliora la tattica migliorano anche i singoli, frettolosamente e superficialmente messi sul banco degli imputati in passato. Permettetemi una parola su Marquez: per i suoi trascorsi di campione e la sua professionalità meritava la conferma; il messicano è una risorsa e non un problema, a patto che la sua classe e le sue caratteristiche vengano salvaguardate e non messe alla berlina con gli atteggiamenti tattici sovente suicidi dell’anno scorso. Precisiamo, sarebbe sbagliato e riduttivo colpevolizzare il solo Bordin, ma i fatti dicono che con il cambio dello staff tecnico (e dunque l’autocritica dello stesso Mandorlini) qualcosa di nuovo e migliore si è visto.
SOUPRAYEN. II francese ha ripetuto la promettente prova con il Foggia. L’impressione? Piede educato, elegante falcata e personalità. Se si conferma abbiamo trovato un fluidificante coi fiocchi che mancava dai tempi di Falsini e Seric e permette una soluzione offensiva in più. Se è questo, un plauso a Gardini e Bigon.
DIECI UNDICESIMI. Mandorlini ha schierato la squadra dello scorso anno, ad eccezione di Souprayen, a dimostrazione del valore della rosa costruita un anno fa, a torto criticata. Tuttavia Gardini e Bigon, al di là della dichiarazioni di facciata sul mercato chiuso in entrata, devono provare a colmare le lacune attuali. In difesa serve un centrale, mentre a centrocampo, oltre all’assenza del regista, c’è un problema numerico, specie dovesse partire Sala.
NO ILLUSIONI. Sì all’entusiasmo, che è linfa vitale, non alle precoci illusioni. Aspetto il Verona contro squadre più dinamiche e organizzate della Roma vista a Verona, forte nei singoli, ma apparsa senza un’idea di gioco e con uno sterile e lento tiki-taka a centrocampo che certamente ha favorito la nostra zona centrale dei non fulmini di guerra Greco, Moras e dello stesso Marquez. A Marassi contro un Genoa gasperiniano meno forte della Roma, ma in casa tradizionalmente “verticale” nel gioco, atletico e dai ritmi alti di manovra, sarà una partita più difficile per le nostre caratteristiche. Ma se il Verona è questo può vincere anche lì.
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