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MOMENTO DELICATO

Ci sono dettagli che fotografano un momento. Ieri ero a Bergamo, seduto nella tribuna centrale dietro alle panchine. Mandorlini dopo qualche minuto era già accovacciato con lo sguardo a terra, subitaneamente conscio del cattivo approccio alla partita del Verona. Già nel primo tempo, da un lato chiedeva di alzare i ritmi, dall’altro esortava a rallentare le rimesse in gioco, quasi che si rendesse conto che in quelle condizioni anche un rabberciato pareggio sarebbe stato oro. E così è stato. Il gioco latita (palla lunga per il centravanti e morta lì), il centrocampo è contato (ma delle condizioni di Ionita e Romulo si sospettava dall’inizio, vero Bigon e Gardini?) e Toni – da due anni frontman del monotema tattico mandorliniano – si è fatto male. Tutto sembra girare contro e ci aspetta un trittico (Inter, Lazio e Chievo) mica da scherzo. Pure Mandorlini, mai visto così abbattuto e critico in sala stampa, ha rinunciato a rinvangare il suo romantico passato a chi gli chiedeva dell’Inter. E’ un segnale: non è tempo di ricordi, ma di punti che servono come il pane. Perché è vero che siamo solo all’inizio, ma ritrovarsi già a rincorrere renderebbe tutto più complicato.

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