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DELNERI E QUELLA LETTERA A SANTA LUCIA…

La settimana scorsa avevo parlato di tempo perduto, riferendomi al tardivo cambio di allenatore. Adesso vorrei scrivere di speranza. Flebile, piccola, ma una speranza c’è. Ce la riconsegna Santa Lucia; la letterina l’ha scritta Gigi Delneri, che si è dimostrato non meritevole del carbone, dando al Verona nuova linfa attraverso tre elementi: la tattica, la psicologia e il carisma.

TATTICA. “Ora c’è una logica” aveva detto Delneri, nonostante l’immeritata sconfitta, nella sala stampa del Bentegodi dopo la partita con l’Empoli. Aveva ragione e la partita di San Siro lo ha confermato. “L’Empoli non è stato un fuoco di paglia” ha chiosato, rinfrancato, ieri il baffo di Aquileia. Già, l’Hellas ora è disposto in campo con criteri moderni, squadra più alta e più corta, l’assetto favorisce un regista come Viviani, che la palla la sa far correre, l’estro di Siligardi, che ha bisogno di minuti per affinare una condizione atletica che ancora non gli permette di essere lucido nell’ultimo tocco e nei cross dal fondo, e l’universalità di Ionita, che già qualche mese fa annoveravo come il centrocampista più completo della rosa. E’ chiaro che, al di là dei moduli (4-1-4-1 o 4-2-3-1 con Ionita guastatore, o il proverbiale e presumibile 4-4-2 delneriano con il rientro di Pazzini) giocando così servirebbe reperire sul mercato un ala destra di valore, ma di mercato parleremo nello specifico dopo il Sassuolo.

PSICOLOGIA. Delneri lo ripete come un mantra: “Non guardiamo la classifica”. Non è una frase di circostanza, ma uno slogan che racchiude una filosofia: predisporsi mentalmente per la partita singola, ricercare la motivazione nella bellezza che può rappresentare l’impresa domenicale. “Dobbiamo giocare per il senso di appartenenza che rappresentiamo, cioè il club con la sua storia e i suoi tifosi, e dobbiamo giocare anche per noi stessi e la nostra dignità”. Delneri non vuole caricare il gruppo con l’ansia dell’ultima spiaggia, nel timore di perderlo mentalmente in caso di incidenti di percorso. Ovvio che il confine è labile: lo stress da classifica fisiologicamente subentra comunque, ma Delneri lavora per ridimensionarlo. E’ una finezza per nulla scontata.

CARISMA. Delneri ha pedigree e storia, ha guidato grandi club (Porto, Roma, Juventus) e allenato in piazze calde (Samp, Palermo e Atalanta) e non ha nulla da perdere e solo da guadagnare (è subentrato a situazione compromessa). Ecco spiegata la serenità e la convinzione che emana e che è riuscito a trasmettere alla squadra. A sentirlo parlare e nel vedere il Verona in campo, se non conoscessimo la classifica, ci sembrerebbe di essere in piena corsa salvezza.

Basterà? Razionalmente no. Ma oggi una speranza c’è. Viviamola.

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