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LA RETROCESSIONE PIÙ MASOCHISTICA DELLA STORIA

Maggio 2013, Maurizio Setti venne ospite a Telenuovo dopo la promozione in serie A. Pur elogiandolo, specificai che l’avrei valutato solo dopo la quarta annata della sua gestione, ricordando che anche Pastorello fu promosso in A al primo tentativo (con Prandelli), categoria che mantenne poi per tre stagioni. In cuor mio speravo fosse un personale eccesso di prudenza, alla prova dei fatti postumi il mio tiepido entusiasmo di allora era giustificato.

Anche Setti ha dalla sua una promozione e tre campionati di A, ma nel fatidico quarto anno si avvia a far peggio del manager vicentino, dal momento che è riuscito a retrocedere virtualmente già a gennaio in un torneo con Frosinone e Carpi. Nella storia del Verona non era mai successo. Come non era mai accaduto che concludessimo un girone di andata senza vittorie e a soli 8 punti. Siamo quasi al livello del leggendario (si fa per dire) Ancona 2003-04, probabilmente la squadra più scarsa della storia, che concluse il girone di andata a 5 punti, ma in 17 partite (la A era a 18 squadre).

Numeri che si commentano da soli. Numeri figli di una gestione sportiva scellerata, con Giovanni Gardini silente regista di un mercato dai colpi costosi e sbagliati, e poco equilibrato anche nella tempistica – a luglio erroneamente bulimico (Viviani e Pazzini) e ad agosto-settembre già anoressico (Matuzalem). Un mercato, ricordo, condiviso e approvato da Mandorlini, per sua stessa pubblica e spontanea ammissione.

Setti in estate ha rotto gli equilibri consolidati negli anni precedenti; Gardini si è rivelato non all’altezza del ruolo, il resto ce lo ha messo Mandorlini, che aveva dato avvisaglie di stanchezza già l’anno scorso. Sembrava impossibile poter distruggere in pochi mesi un patrimonio di 100 punti in due anni. I nostri tre eroi ci sono riusciti. Se a Piacenza fu la retrocessione più rocambolesca e assurda della nostra storia, questa è la più masochistica. A Piacenza ero triste e incredulo, oggi sono incazzato e consapevole. Non so cos’è peggio.

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