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SETTI CHIEDA SCUSA E RIFONDI LA SOCIETÀ

Una lenta e lunga agonia. Il Verona sprofonda e ammaina la bandiera con due mesi di anticipo. Oddio, il fondo si era toccato da un pezzo, ma tra Udinese, Samp e, oggi, Carpi si è pensato bene di scavare. Mai nella sua storia il Verona si era umiliato così, mai si erano toccate queste vette di arroganza, mista a impotenza, assenza e incapacità. Pure il Verona 1978-79 chiuse ultimo, ma quella era una squadra al termine di un grande ciclo decennale, mentre questa avrebbe dovuto essere quella del “consolidamento” (parola di Setti), con l’obiettivo dichiarato – essendo “clamorosamente adeguata alla salvezza” (Bigon dixit) – di “migliorare la classifica della scorsa stagione” (parole ancora di Setti).

Ecco io credo che tutto sia partito dalla presunzione estiva. Rottamato frettolosamente, con parole per nulla grate e poco signorili il “vecchio” (Sogliano) in diretta tv, si è pensato forse che tutto fosse dovuto, scontato, facile, persino normale. Anche, per dire, affidare la gestione sportiva a un amministratore di bilanci (in rosso) come Giovanni Gardini. Da lì una sequela di errori (anzi orrori), attacchi sguaiati e financo personali ai (pochi) critici, boriosa stizza, arroganza, cattiva perseveranza (mercato di gennaio) e fragorosi abbandoni (Gardini). Fino alla Caporetto odierna, con Setti inquadrato tutto solo in tribuna con il suo sigaro, unico compagno di viaggio rimasto, immagine che suggella una società che il presidente deve rifondare.

Bigon ha un altro anno di contratto, ma l’umiliante ultimo posto in classifica (in un campionato con Carpi, Frosinone e un Palermo in queste condizioni) e le spietate dichiarazioni di Toni nel post partita (“siamo scarsi”) sono emblematiche del cattivo operato del ds, che non può essere confermato. Lo stesso vale, mi spiace dirlo, per Gigi Delneri, il meno colpevole del disastro, ma che ci ha messo anche del suo, avallando il mercato di gennaio e poi andando via via in confusione.

Da Setti invece credo sia giusto pretendere le scuse pubbliche e ufficiali. La sua storia, di imprenditore della moda e di presidente di calcio, racconta di un uomo che ha sempre delegato. Quasi sempre bene, nelle sue aziende deve molto alle sue stiliste poi diventate socie, nel Verona ha ottenuto risultati grazie a una figura come Sogliano. Quest’anno male.

Setti deve tornare a scegliersi i collaboratori giusti, altrimenti la serie B sarà una montagna da scalare, paracadute o meno. Il presidente ha promesso un pronto ritorno in serie A e la parola data va mantenuta, ma serve un vero uomo di calcio nelle stanze di via Belgio e lo spirito rampante di un allenatore emergente.  

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