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LA VECCHIA GUARDIA NON TRADISCA

La mia è l’estate dei tormentoni vintage. Ascolto le note di “Ricominciamo” reinterpretata da un Maurizio Setti ecumenico che parla di Salerno: “Spero sia la giornata della riconciliazione” dice Ranzani improvvisamente folgorato sulla via papale. Poi, forse per festeggiare gli 80 anni di Mogol, ecco risuonare “Ancora tu?”, cover mogol-battistiana ripristinata in omaggio al Viviani “lento”, cioè Federico (quello veloce, Elia, è comprensibilmente in tutt’altre faccende – festose – affacendato), che un giorno sì e l’altro pure sembra sulla via dell’addio, ma invece è sempre qua, un po’ come la bella di Torriglia che tutti la vogliono ma nessuno la piglia (c’è un mercato, un prezzo da contrattare, ma spero si concluda).
La mia è pure l’estate dei dubbi sul vintage, cioè su alcuni elementi della vecchia guardia da cui la dirigenza ha deciso di ripartire. Penso a Pazzini, Siligardi, Souprayen, Albertazzi, Greco e Gomez. Non vorrei si creassero dei vuoti (sulla fascia sinistra, anche se l’infortunio di Albertazzi sta inducendo la società a intervenire), delle incompiute (Gomez, Greco e Siligardi sapranno rimettersi in discussione?) o degli equivoci (il dualismo Pazzini e Ganz).
Sia chiaro, mi piace la rosa che sta disegnando Fusco, il calcio di Pecchia sembra promettere bene e vedo un Verona sulla carta superiore alle concorrenti. I nuovi sono frutto di un mercato intelligente: Ganz è giocatore di grande talento, Fossati e Zuculini due vincenti in B, Bessa può esplodere, Caracciolo è nel pieno della maturità agonistica e conosce Pecchia, Luppi è il classico fosforo di categoria, Nicolas è pronto per essere un portiere titolare di fascia alta. Ma sappiamo che la B è storicamente un campionato livellato, che si gioca sul filo dei punti, e nel quale non ti puoi permettere vanità o lussi inutili. Tradotto: Pazzini si chiama Pazzini e deve segnare, altrimenti è anche giusto mettergli pressione con un Ganz apparso in gran spolvero. Lo stesso vale per i Viviani (dovesse rimanere) e i Greco a centrocampo, reparto in cui servono tecnica, motivazioni e dinamismo e dove non puoi fare sconti al nome, all’ingaggio o al pedigree, soprattutto se hai pure Fossati, Zuculini, Bessa e lo stesso Zaccagni a mordere il freno. La difesa invece merita un discorso a sé perché con Caracciolo e i due nuovi tasselli che arriveranno (centrale e terzino sinistro) sarà un reparto rifondato privo delle scorie del passsato (e Bianchetti, in deficit di personalità, si può rilanciare se affiancato da un leader e Pisano è una garanzia).
Siamo alla volata finale di questo mercato estivo, il Verona ha comunque deciso di ripartire da un mix di nuovo e vecchio. Scelta equilibrata, ma la vecchia guardia non tradisca.

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