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IL PECCHISMO E’ DEFUNTO, VIVA PECCHIA.

Ci avevano raccontato di sogni di rivoluzione, di calcio champagne per brindare a un incontro (galante) con la bellezza, di tiki taka guardiolani e palleggio beniteziano. Ci avevano promesso un cambio culturale, vincere e convincere, carezze alla palla e baci alla porta. Ci avevano catechizzato con un mantra: loro avrebbero portato il bel calcio a Verona. Era il manifesto del pecchismo, ricordate? Morto, sotterrato, disdegnato dal suo stesso autore, Fabio Pecchia, che già in settimana ne aveva annunciato il funerale sottolineando di anelare a un Verona operaio e vincente.

E oggi – confermato il 5-3-2 con il Pisa – l’allenatore ha presentato una formazione anti-pecchiana per eccellenza, muscolare e proletaria, aggiungendo agli Zuculini pure un terzino come Pisano nel ruolo di fluidificante e, più in generale, proponendo una squadra razionale, sorniona, solida e consapevole che prima o poi quelli bravi (Siligardi nel suo ruolo e Pazzini) l’avrebbero risolta. Un atteggiamento sparagnino, furbo, poco spagnol-guardioliano-beniteziano e molto italiano. Gianni Brera, fautore del catenaccio per fisiognomica, avrebbe apprezzato. Mentre De Gregori, parafrasando se stesso, l’avrebbe cantata: hanno ammazzato il pecchismo, Pecchia è vivo.

Basterà? Non so, prima del ciclo facile delle sei giornate Ternana-Trapani avevo scritto che saremmo dovuti arrivare allo Spezia almeno a 60 punti e possibilmente davanti a tutti. Siamo a 58 e secondi appaiati alla Spal, ma con un calendario sulla carta complicato con 5 trasferte su nove partite (alcune di queste su campi minati come Novara, Bari, Perugia ed Entella) e contro avversari tutti in lotta per qualche obiettivo vitale (play off o salvezza).

E’ il rush finale, bellezza, e Pecchia ci arriva operaista che neanche gli extraparlamentari dei ’70. In realtà l’incendiario è diventato pompiere, ma una vittoria, si sa,  val bene una messa.  Dunque, dato che siamo in tema, una preghiera: l’allenatore, dopo mille avvitamenti e cambiamenti spesso confusi e al di là delle scelte tecniche su tizio o caio, mantenga finalmente una linea di coerenza. Questa.

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