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VOLATA FINALE TRA RIMPIANTI E OTTIMISMO.

Basta poco. E la rabbia è che il Verona ne abbia preso consapevolezza tardi e ci faccia penare fino alla fine. Assecondando istinto e passione così è ancora più bello, certo, una volata finale ha sempre il suo fascino, sia vissuta dagli occhi di un tifoso che giornalisticamente. Ma qui per motivi di credibilità siamo condannati a guardarla in faccia la realtà e la realtà dice che il Verona alla buon ora ha capito come giocare in serie B. Bagno di consapevolezza (e di umiltà) tardivo, ma efficace:  se si gioca anche un po’ di rimessa, allineati, equilibrati e coperti il giusto, con raziocinio sparagnino e sornione, aspettando di innescare per inerzia la propria qualità individuale, poi i punti si portano a casa quasi per default.

E 4 punti tra Bari e Perugia sono un ottimo bottino. Alla vigilia del San Nicola – conscio dei nostri limiti organizzativi e tattici e timoroso di qualche altro estemporaneo ribaltone ideologico pecchiano, osservante la crisi del Frosinone e preoccupato della qualità di un allenatore come Bucchi – avrei firmato anche per prenderne solo 3. A quattro partite dalla fine ci ritroviamo così in pole position e dipende solo da noi. Credo si deciderà tutto tra Vicenza ed Entella e credo pure che non serva vincerle entrambe, ma basti una vittoria e un pari. Ciò che conta è mantenere questo atteggiamento razionale e minimalista, e tenere da parte i vagheggiamenti irresponsabili che furono, quelli visti in troppe partite, quelli della sconsideratezza tattica e della dissennatezza di un calcio utopistico e irresponsabile a questi livelli.

Siamo al redde rationem e ci siamo arrivati colpevolmente affannati rispetto alle (giuste) aspettative. Ma ora siamo in pole position e dipende solo da noi. Avanti.

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