Il dramma è mutato in farsa. Già da un pezzo. Cronache marziane in casa Hellas Verona. Da luglio Setti & C. stanno collezionando batoste in serie su ogni fronte, ma poi li senti parlare e sembra che gravitino in un mondo parallelo.
C’è il ‘caso Volpi’ che nei mesi è dilagato, lasciando domande in sospeso a cui Setti continua a non dare risposte.
C’è il caso Caceres, rinsavito e rispedito alla Lazio con tanto di video saluto. Uno dei punti più imbarazzanti della storia del Verona. L’amico Lotito ringrazia. C’è il caso Pazzini, da settembre separato in casa, gestito che peggio non si poteva. C’è il caso Bessa che si trascina dal ritiro. Pazzini e Bessa, due a cui devi buona parte della promozione. C’è stato Cassano, che con il suo vado-resto-vado ci ha ridicolizzato in mezza Italia. C’è il mercato, con Setti che dichiara restando serio: “Non possiamo fare solo operazioni in entrata”. Fusco gli dà spago: “Con Vukovic in entrata siamo a posto”. Ci stiamo ulteriormente indebolendo (e ce ne voleva) e loro quasi gongolano. Evviva!
C’è un allenatore che da mesi non sa più che pesci pigliare, sul piano tattico e della gestione del gruppo, ma va in sala stampa e pare reciti la poesia a memoria. E’ un brutto lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo no?
La farsa è deflagrata in tutta la sua potenza oggi pomeriggio. Tutte le supercazzole sulla crescita (Pecchia), sull’ottimismo (Fusco) e la positività (Setti ieri) sono andate a farsi benedire. Schiacciate dalla realtà.
Setti, arrivato a Verona, aveva promesso il consolidamento in serie A. E’ in grado ora di sostenere quella promessa? L’associazione Verona col Cuore, trust dei tifosi che studia i bilanci, in settimana si è interrogata sulla sostenibilità finanziaria del Verona di Setti scrivendo: “Gran parte dei finanziamenti ricevuti dal Verona nei primi anni di gestione Setti sono provenuti dalla società anonima lussemburghese Falco Investment, per il tramite dell’allora controllante HV7. Nelle ultime stagioni questo flusso non c’è più stato e si è fatto fronte alla gestione economica-finanziaria riducendo i costi e realizzando plusvalenze “liquidando” il patrimonio giocatori. Tuttavia una volta ridotti al massimo i costi e in assenza di nuove sostanziose plusvalenze, e consapevoli che una società calcistica non può basarsi in larga parte sui soli diritti televisivi, ci domandiamo: quale futuro aspetta l’Hellas Verona?”.
Nel frattempo Stefano Magrini, presidente di Bluvolley, imprenditore e tifoso del Verona, nell’intervista che mi ha concesso ha lasciato trasparire il suo interesse (con altri soci) per il Verona. Interesse di cui si vocifera da tempo. “L’Hellas è un sogno e resterà tale…” mi ha detto quasi rimarcando i puntini di sospensione. Poi è sembrato voler lanciare un preciso e non casuale appello ad altri (qualcuno in particolare?) imprenditori e investitori. Forse qualcosa si muove. Ci ritorneremo.
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