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E COSÌ TUTTO PASSA… (IN CAVALLERIA)

No, Fonzie, no. Fonzie resta imbattibile. Fonzie quando doveva chiedere scusa balbettava. Ma Fonzarelli è un cult.

Setti invece troneggia nell’anonimato, comanda nell’indifferenza. Non c’è gloria nel fu Ranzani, ma solo malinconia. Così pure quando deve fare qualche timida ammissione di colpa, fateci caso, il nostro abbassa di un tono la voce quasi volesse far scivolare via il pentimento.

Pentimento, non esageriamo. Perché Setti ammette a spizzichi e bocconi, giusto qualcosa qua e là, più che altro obbligato dagli infausti eventi che mosso da una seria autocritica. Sembra quasi di risentire Flaiano: “La situazione è grave, ma non è seria”.

Così Setti ammorbidisce l’umiliazione di una stagione oscena – nata dai suoi non investimenti – parlando d’altro. Dunque di bilanci, conti, partite doppie da tenere sotto controllo. L’ovvio venduto come virtù. Che mestizia.

Ma più tristi e desolanti ancora sono le articolesse di chi ha già assolto Setti, con gli acrobatici minimalia che sostituiscono temporaneamente i soliti peana. “Ha ammesso le sue colpe” sostengono gli scribi. Mica paglia.

E così tutto passa in cavalleria. E nella retorica assolutoria non si affronta ancora una volta la sostanza. Setti ha ancora le possibilità economiche per tenere fede alla sua promessa d’ inizio mandato (il consolidamento in serie A)? Il Verona merita questo? Ci accontentiamo della mediocrità, così, a prescindere? Non sarebbe meglio cominciare tutti a pensare all’alto e non al basso? A pretendere qualcosa in più? Non la luna, sia chiaro, ma semplicemente quanto fu promesso e garantito.

Invece sembra tutto normale. Archivi usati a piacimento per rammentarci quante volte siamo retrocessi e non le promesse disattese. La retorica del “futuro immediato” e del “voltare subito pagina” quasi subentrasse l’ansia del voler dare una pennellata di verginità a quanto accaduto. Fiumi d’inchiostro sull’eterno cliché buono per tutte le stagioni “del silenzio degli imprenditori veronesi”. La solita minestra.

Per fortuna poi arriva Setti che, nonostante gli sforzi immani degli scribi e forse al solito ben consigliato (si fa per dire) dal giornalista-allenatore-scout-speaker-comunicatore-amico (e chi più ne ha più ne metta) bolognese, a Premium ci ricorda a modo suo le vecchie promesse disattese. “Per l’anno prossimo garantisco il massimo impegno da parte di tutti” dice. Roba forte. Neanche fosse il presidente della bocciofila.

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