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PARACADUTE E PARACADUTATI

Lieta novella. Il Verona è un fiorente vivaio. Non, sia inteso, il settore giovanile. Lì c’è stata poca… Primavera, ma solo cupo autunno, con la squadra di Porta che per non essere da meno di quella di Pecchia ne ha seguito le orme: retrocessione e alibi (“siamo stati penalizzati dalla formula dei campionati” ha detto Porta). Nel frattempo l’ex Pavanel diventava l’eroe di Arezzo. Parallelismi. O forse il solito karma che si abbatte sul Verona: gli abiurati e gli esiliati diventato re altrove, i prescelti invece falliscono miseramente. Meritocrazia al contrario. Tra gli applausi diffusi di molti media.

Ma no, il vivaio vero, da far invidia ai più, è in via Belgio. Proprio lì negli uffici della sede, dove in punta di metafora è un fiorir di onesti brigadieri divenuti generali. In primis il potente deus ex machina Filippo Fusco, per un biennio più di un ds, l’uomo dalle pesanti deleghe sia tecniche che finanziarie. Eppure il suo curriculum suggeriva che l’avvocato e manager napoletano – per carriera pregressa – direttore lo era stato poco. Sarà un caso, ma non appena il gioco si è fatto difficile il nostro è quasi “evaporato”, tra le sceneggiate di Cassano, le cattive gestioni di Bessa e Pazzini e l’incredibile e grottesca melina su Pecchia, fino alle surreali dimissioni a campionato in corso dopo aver predicato per mesi il modello Crotone.

Be’, tenetevi forte. Pare che il nuovo ds sarà addirittura il collaboratore del poco ds Fusco, cioè Toni D’Amico. Una scelta per certi versi stupefacente e che lascia mille domande in sospeso.

Anche perché non sarebbe il primo assistente promosso. Era un ex assistente Fabio Pecchia, vice allenatore catapultato improvvisamente in un gioco più grande di lui. Come è un ex assistente Francesco Barresi,  già collaboratore di Giovanni Gardini e da un paio d’anni direttore operativo del club. Bravo ragazzo, per carità. Anzi, chi di recente c’ha avuto a che fare me lo descrive come una persona puntuale, precisa, pratica. Ma nel pur rispettabile mestiere dell’esecutore. Può bastare? In quel ruolo non servirebbe una figura di maggiore spessore, anche politico?

Infine da qualche mese pare sia tornato in auge, lontano dai riflettori, come consigliere amico e “suggeritore” di Setti, il multitasking Emanuele Righi, bolognese, 40 anni ma già molte cose (allenatore dilettantistico, speaker radiofonico, scouter, ex consigliere personale di Guaraldi e amico di Setti). Che ci sia  lui dietro ai mirabolanti e interminabili video e alle lettere aperte che non si chiudono mai di Setti? Colpi di teatro, ma non di genio visti gli effetti.

Ma poco male. Il vivaio fiorisce rigoglioso. Ed è solo per amor di provocazione, non certo per diminutio, che lo scriviamo: il Verona del paracadute non poteva che avere i suoi meravigliosi paracadutati.

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