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IL (PICCOLO) PASSO IN AVANTI DEL VERONA DI SETTI

Nei giorni caldi dell’esonero di Di Francesco e dell’arrivo di Tudor, con il Verona ultimo a zero punti, c’era un ragionamento che filtrava dall’entourage del presidente Setti: “Ci sono almeno 5-6 squadre inferiori a noi…”.

Ragionamento che serve a comprendere l’avvicendamento in panchina e, soprattutto, qual è il posizionamento del Verona nell’attuale serie A: club medio-piccolo, di terza fascia, ma posto un gradino sopra ai piccoli di quarta destinati ad affannarsi in zona rossa.  Tradotto: niente sogni di gloria, ok, ma salvezza tranquilla, quella sì.

Considerazioni effettivamente non campate in aria, alla luce di qualche investimento in più (a fronte, certo, di cessioni e plusvalenze di svariati milioni di euro) che negli ultimi due anni c’è stato. Pensiamo agli ingaggi  di Kalinic, Lasagna e Simeone, le conferme di Faraoni e Lazovic, l’acquisto di Ilic. Tutti giocatori, a livello di mercato e relativi stipendi, di fascia media, certamente da serie A stabile. Non era così, per esempio, nella disgraziata stagione di Pecchia, quando i titolari erano i Buchel e i Calvano. E’ stato così però nel biennio di Juric, che con il suo talento è riuscito nel surplus di dare qualche punto in più e trasformare in media (per un certo periodo medio-alta) una squadra medio-piccola (ma non piccola, come a modo suo ha puntualizzato alla Gazzetta Faraoni). Ora con Tudor, che come ha ricordato Tricella “non è Juric”, tuttavia è allenatore funzionale e “normodotato”, siamo perfettamente in linea con la nostra dimensione.

Non si può parlare di vero e proprio consolidamento, parola abusata dallo stesso Setti in questi anni, men che meno di progetto, termine il cui prerequisito sarebbe quello di non dover, ogni anno, vendere i pezzi pregiati o cambiare i connotati alla squadra. Per definire la piccola evoluzione della società tornerei a usare un’espressione di qualche tempo fa, che fece tanto discutere e che però mi sembra la più calzante per misurare la dimensione del Verona: piccolo cabotaggio. Che, però, al momento, sulla carta, tanto basta in questa sempre più scalcinata serie A.

6 commenti - 2.400 visite Commenta

auzzaider

Il problema non è il piccolo cabotaggio ma i comportamenti spocchiosi avuti negli anni da so tuto mi quando invece a salvarci hanno contribuito in larga parte paracaduti e diritti tv. In realtà firmerei a vita per fare campionati come gli ultimi due anche perchè purtroppo il calcio (vedi proposta superlega) sta andando in una direzione incentrata solo sui schei e dove il tifoso con la sua passione è solo contorno.

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ARTURO

Tudor non è Juric, ma se a Salerno e Genova fossero stati più attenti Tudor sarebbe 4 punti avanti.

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mau

Ciao Francesco, c’è da dire anche che Setti per risultati, è forse il miglior Presidente mai avuto. Ha fatto passi avanti molto concreti: Da Buchel a Toni. Da Buchel a Simone. Il consolidamento c’è, diamo a Settu quel che è di Cesare. Inutile polemizzare sempre sullo stesso punto. Setti fa piccoli passi. Non è una cosa stupida. Abbiamo una squadra, quest’anno segna pure tanto. Ogni tanto battiamo una grande. Giochiamo meglio di tutti no, di quasi tutti si. Siamo da 11/12 posto. Se togli lo scudetto e poco altro, tutto il resto sta zero. Bene così, niente trofei, bel gioco. Il consolidamento è stato: da giocatori scarsi a forti, tra su e giù a 11esimi.

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