Dopo il 4-0 di Torino non ho voluto scrivere nulla. Emotivamente ero troppo deluso e razionalmente non avevo nulla da aggiungere rispetto all’articolo post Coppa di qualche giorno prima (“Ma sanno per chi giocano?”).
Oggi invece lo stato d’animo è decisamente migliore e poi giornalisticamente qualcosa di nuovo c’è. Questo pomeriggio si è visto forse il più bel Verona dell’anno. Una squadra intensa, compatta e armoniosa. Le discese di Sala (la prossima plusvalenza?), la tecnica di Lazaros, il solito monumentale Toni. E Saviola, fuoriclasse galantuomo, che si sta riprendendo con gli interessi quello che non ha ricevuto in questi mesi. Un 3-5-2 vero, con un fluidificante puro a sinistra (Brivio) e un ala (Sala) a destra, con Saviola a fare da raccordo tra le linee e – assieme a una mezz’ala classica come Lazaros – a sgravare Tachtsidis dal compito del ‘giro palla’. In tal modo il greco ha potuto concentrarsi su ciò che gli riesce meglio: verticalizzare.
Checché ne dica Colantuono, la vittoria è stata netta, più di quanto suggerisca il risultato, e la prestazione attesta la qualità della rosa, costruita con un budget ridotto, ma con buone intuizioni (budget e valore tecnico nel calcio non sempre vanno a braccetto, per fortuna). Se pensiamo che Obbadi è ancora assente, che Greco oggi era squalificato e che uno come Nico Lopez sedeva in panchina, assieme a più onesti pedatori come Gomez e Ionita che farebbero molto comodo a diverse altre squadre, capiamo bene il valore del Verona.
Lo scrivo con forza perché ora non si deve abbassare la guardia. Se è sbagliato cercarsi alibi quando si perde, tanto più lo è cullarsi sugli allori quando si vince. Il dovere del Verona è esprimere quelle che sono le sue (più che buone) potenzialità. Con Palermo e Torino passa molto del nostro campionato.
Lascia un commento