Il calciomercato ai tempi della spending review. Austerità, sobrietà, rigore. Per dirla alla Shakespeare – che pure ha legato il suo nome a Verona – “molto rumore per nulla”all’Hellas. O forse nemmeno quello, perché dall’entourage di Setti era trapelata in tempi non sospetti la linea dell’understatement. Innanzitutto via gli esuberi, solo dopo i nuovi ingaggi.
La domanda sorge spontanea, direbbe Lubrano. E’ in atto un ridimensionamento come scrive Vighini (“il Verona ha invertito la rotta”, “due anni fa faceva tutt’altro mercato mentre oggi sta ridimensionando il suo budget”) che lo definisce ‘Discount Hellas’; oppure Setti, ritenendo la rosa competitiva (“siamo da 8°-12° posto” ribadiva fuori microfono al pranzo natalizio con i giornalisti) e quindi avallando il lavoro estivo di Sogliano, ha posticipato gli investimenti in attesa di definire il nuovo assetto societario, ancora in divenire per i contratti in scadenza di Gardini e dello stesso ds?
In questo contesto e ispirato a Tiziano Terzani (“Ci si parla, ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio”), rifletto sulla decisione di Sogliano di non indire la consueta conferenza stampa post-mercato. L’impressione è che il direttore sportivo – king maker del Verona nelle ultime tre annate (promozione in A, quasi Europa e possibilità di salvezza tranquilla ora) – questa volta non abbia voluto esporsi per altri, sintomo forse di qualche mal di pancia.
La sensazione è che in casa Hellas tiri aria di riassetto nei quadri dirigenziali. Se sarà un Verona ridimensionato oppure solo nuovo lo scopriremo strada facendo. Vighini nel suo bel pezzo conclude scrivendo che il “piccolo cabotaggio non è adeguato alla piazza veronese“. In realtà il tifoso del Verona accetta anche di soffrire, purché gli venga detto.
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