Allucinazioni di un lunedì sera. Figure oniriche da togliere il sonno. Non posso giocare nemmeno all’artista maledetto, chessò mettere in mezzo John Lennon, i Beatles e LSD. Non ci azzecca nemmeno la Beat Generation e il William Burroughs di Pasto Nudo. Eppoi ieri ho bevuto solo acqua e la vita d’artista non fa per me. Eppure durante di Verona-Padova sono stato pervaso da ombre e visioni del tutto soggettive.
Ho visto il primo guardalinee della storia vestito di gialloblù, peraltro senza bandierina. Alessandro Sgrigna della “sezione” di Roma, mi pare fosse, non pervenuto in quel ruolo. Tanto vale gli facessero fare il “quarto uomo” in panchina. Che si sentisse orfano della bandierina? Pare di sì, mi ha suggerito una vocina tendenziosa e sicuramente “disfattista” della mia mente alienata. Sembra infatti gliel’abbia ceduta, ben volentieri peraltro, Juanito Gomez, un po’ più intraprendente del solito, e disobbediente – per una sera e non troppo sia chiaro – all’amaro esilio della sua Sant’Elena, la fascia destra. In esilio stavolta c’è finito Martinho, ma da sinistra, confinato in terza linea come un novello Silvio Pellico con le sue prigioni. Il trip è salito nel vedere Cacia camminare per tutta la partita, inerme sulle palle alte e vaganti come un omino del subbuteo. Non può essere, mi son detto, i calciatori in campo corrono, saltano, anticipano. Certo se sono sani, ma è un dettaglio da poco e poi non lo diceva anche Liedholm? “In dieci si gioca meglio che in undici”. Mandorlini romanticamente devoto al calcio anni ’80 deve averlo preso alla lettera il Barone. Altro che Trap! Ma l’up allucinogeno è stato scoprire che le partite durano 45’ e non più 90’. Nel mio match parallelo e sicuramente improponibile, il Verona il secondo tempo non l’ha proprio giocato, dopo aver costruito nel primo almeno cinque palle gol, al cospetto di una difesa padovana a tratti imbarazzante.
Fortunatamente sono state solo allucinazioni. In realtà siamo stati al solito sfortunati, e “se finisci il primo tempo in vantaggio 2-0 c’è poco da dire”, quindi di che ci lamentiamo? Del resto “Cacia sta benissimo, è carico” (Bordin alla vigilia), il “campionato è ancora lungo” (lo sarà anche a maggio?) e “i play off non si faranno”. E comunque è colpa di “Sassuolo e Livorno che stanno andando oltre le aspettative”, o meglio “di Sogliano che parla e di Setti che non parla”, di più “dei giocatori senza palle”, oppure di “Cacia mercenario” (giuro letta anche questa), colpevole senz’altro di aver fatto 15 gol tutti decisivi (è una grossa colpa, c’è da giurarlo) e di giocare con le infiltrazioni. Anzi i veri colpevoli sono i giornalisti “disfattisti” (termine da Mini.Cul.Pop), che “destabilizzano l’ambiente”, perché poi i tifosi poverini “si fanno idee strane” (cit. Moras, che deve avere una certa considerazione dell’intelligenza dei tifosi).
Insomma tutti colpevoli. Tutti, tranne uno. Indovinate chi?
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