Di Piermario Morosini ho sentito parlare la prima volta otto anni fa. Era il settembre 2004, a Zevio si giocava il “Memorial Pasquali”, torneo giovanile di preparazione al campionato Primavera. Tra le partecipanti c’era anche l’Atalanta, che l’anno prima aveva sfornato, come da tradizione, talenti di primo piano quali Pazzini, Montolivo e Guarente. Era il secondo anno che seguivo il torneo per l’Arena e appena arrivatemi le distinte delle formazioni, come avevo fatto l’anno prima mi avvicinai con bramosa curiosità a Mino Favini, tutt’ora responsabile del settore giovanile dell’Atalanta, per farmi dire chi, tra quella lista di nomi, era da tenere d’occhio. Era un rituale per me, quello. Favini non ebbe dubbi: “Di questa covata, Morosini, Motta, Defendi e Consigli hanno un futuro”.
Il destino, o chissà ché, a Piermario gliel’ha spezzato oggi pomeriggio all’Adriatico di Pescara. Appena ho saputo, dal confuso passaparola in curva sud, ho ripensato a quella tiepida serata di fine estate.
Leave a Reply