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UN FILM GIÀ VISTO…

Così non si va lontano, per nulla. Anzi, si sprofonda nell’anonimato. Verona molle, spento, ombelicale nel suo estenuante e inutile possesso palla orizzontale. Con due ali impalpabili, Di Carmine isolato, un centrocampo poco assortito (troppi portatori di palla, nessun incursore), una difesa equivoca (un terzino sinistro che è destro e non va mai sul fondo, Marrone improponibile come centrale a quattro) e il déjà vu Pazzini davanti.

Scrivevo il 18 agosto: “Siamo davvero competitivi? Grosso che calcio ha in testa? Non c’è qualche doppione di troppo a centrocampo e poca qualità in difesa? Il caso Pazzini (non Pazzini in sé) non è un dèjà vù esiziale? Il pericolo è la presunzione”. Avevo delle perplessità sul metodo con cui era stata costruita la squadra, competitiva come nomi, meno nell’assemblaggio delle caratteristiche dei giocatori. E ho sempre manifestato dei dubbi ovviamente anche su Grosso, di cui non metto in dubbio la preparazione, la didattica e la conoscenza, ma il carisma, la presupponenza calcistica e la lettura delle partite e degli avversari.

E ieri si è visto un Verona improponibile e presuntuoso, a tratti imbarazzante e arrogante. Per di più in casa e contro un modestissimo Padova.

Ora è pure ovvio chiedere che Pazzini giochi (con la giusta collocazione tattica avrebbe dovuto essere titolare in A, figuriamoci in B). Ma Pazzini deve anche essere messo nelle condizioni di giocare, coccolato e protetto nei suoi 16 metri, dove è tutt’oggi uno dei migliori realizzatori italiani (e ieri ne ha dato giusto un assaggio). Pecchia in A non gli ha mai creato le condizioni intorno, la società figuriamoci, e non vorrei che Grosso, nel peggiore dei masochismi, facesse lo stesso.

Ho sentito i soliti pompieri in servizio permanente, esegeti della libertà di applauso, fuoriclasse della minimalia. Lo stesso Grosso ha reso alla stampa dichiarazioni inascoltabili e non veritiere sull’andamento della partita. E’ il solito filone pericoloso della rimozione forzata di cui parlavo recentemente (prendendomi gli insulti dei soliti sospetti corazzieri troll). Ho letto le solite irritanti banalità tipo  “aspettiamo a giudicare” e non “bisogna fare processi”. Frasi vuote, insignificanti, cliché consumati.  Invece è necessario intervenire subito, denunciare le storture, nella speranza che dall’altra parte ci sia l’onestà intellettuale e l’umiltà di cambiare e intervenire (se e per quello che si può a mercato finito).

Il tempo ovviamente c’è e in giro non mi pare ci sia molta concorrenza. Ma se non si cambia prospettiva e mentalità ogni secondo sarà un film già visto troppe volte in questi tre anni.

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