Il Verona è squadra di rango. Questo certifica la vittoria di stasera. Un 2-0 scientifico, figlio della superiorità di Toni & C. nei confronti della Sampdoria. Il Verona ha avuto pazienza, ha comandato gioco e ritmi, messo gradualmente all’angolo i blucerchiati e colpito al momento giusto. Chapeau.
Squadre di pari fascia solo sulla carta, le due. Il campo ha confermato l’impressione che ho da qualche settimana: il Verona può ambire tranquillamente a un campionato da “parte sinistra della classifica”. La lotta per non retrocedere riguarda altre compagini, la Samp appunto. Quindi non mi sentirete elencare frasi fatte tipo “meno 21 alla salvezza”. E non scriverò che stiamo volando “sulle ali dell’entusiasmo” e nemmeno che trattasi di “miracolo”. Consumati cliché questi, peraltro ingenerosi nei confronti di una società (in primis Sogliano) che ha operato benissimo sul mercato, di un Mandorlini che – dopo un anno di alti e bassi – ha costruito un rapporto titanico con la dirigenza e sta ricevendo adesso, in A, quello che il passato gli ha tolto (il tempo è galantuomo), e di giocatori che hanno poco o nulla da invidiare ai colleghi delle altre squadre.
Un 2-0 perfetto quello di stasera. Per i tre punti (5 su 5 in casa) e per altre due buone nuove: Rafael non ha subìto gol e Hallfredsson è in ripresa (questo non significa che non fosse giusto criticarlo, le alternative sono tante e deve giocare chi sta bene). Una postilla sulla difesa: Maietta si è risentito privatamente per le critiche, lo capisco, anche se lui sa che deve accettarle (fanno parte del gioco e il sottoscritto le ha espresse concedendo i dovuti alibi, leggi infortuni). Ciò detto sono il primo a complimentarmi col capitano e i suoi compagni per la prova di stasera e il primo ad augurarsi che questo sia solo l’inizio e non una felice parentesi. L’ho scritto nei giorni scorsi e lo ripeto: dal miglioramento del reparto arretrato dipendono parte dei destini del Verona, perché se è vero che per caratteristiche la miglior difesa dei gialloblù è l’attacco, non sempre puoi pensare di fare la partita. Difficilmente accadrà, ad esempio, nel momento che un vecchio campione come Toni avrà una fisiologica flessione.
Piccolo rimpianto: il Verona, per quello che si è visto in queste prime dieci giornate, a San Siro avrebbe potuto fare punti. Adesso capite perché Mandorlini era così incazzato? Lui non solo vuole vincere sempre, ma sa che con questo Verona spesso può succedere. Anche a San Siro.
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