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SOSPIRO DI SOLLIEVO, ABBIAMO PERSO!

Sospiro di sollievo, abbiamo perso! Dite la verità, chi di voi prima, durante e dopo Verona-Napoli non ha pensato a quei ventimila (13 mila per la Questura?) napoletani accorsi l’altra mattina al San Paolo all’allenamento della loro squadra? Vincere a Verona “è una questione d’onore” recitava lo striscione apparso nell’occasione. Roba forte, insomma. E noi, per carità di patria, abbiamo assecondato le velleità partenopee, che poi non vogliamo avere sulla coscienza depressioni post calcistiche di una città che ha pur sempre dato i natali ai grandi Totò ed Edoardo e Peppino De Filippo (anche a Varriale e Gigi D’alessio e vabbè…) e nemmeno attirarci le ire di San Gennaro o, peggio, di quel simpaticone del cardinale Sepe che l’ha tirato in ballo. Del resto, scherza coi fanti ma lascia stare i santi, e noi abbiamo lasciato stare, che coi cardinali il nostro passato calcistico e societario è già piuttosto burrascoso.   

Questo deve aver temuto anche il povero Cacciatore, imbambolato per 90 minuti da Mertens e Insigne. Chissà cosa ha frenato invece l’incolpevole Jorginho, messo all’angolo da un giochetto a dir poco sgradevole: essere dato prossimo al Napoli proprio (guarda a caso) nella settimana della partita. Regole del calciomercato? No, direi scorrettezza di procuratori e giornalisti vari (e forse anche qualche dirigente azzurro).

Deontologia questa  sconosciuta, verrebbe da scrivere. Un po’ come l’intelligenza di Insigne oggi, che esulta provocando la curva sud come un Aniello Cutolo qualsiasi. Di Pepito Rossi (a proposito in bocca al lupo!) ce ne sono pochi, in tutti i sensi. Peccato, perché Insigne ha numeri da fuoriclasse, ma di soli piedi non si vive se non ti chiami Maradona (il quale peraltro certe cose non le faceva). Mi piacerebbe che un gentiluomo come Benitez lo redarguisse pubblicamente, ma dubito che glielo permetteranno. Nel calcio di una volta – raccontano le cronache dei maestri – ci pensavano i rudi medianacci o i vecchi stopper a “educare” i provocatori. Il calcio delle mille telecamere e dei moviolisti benpensanti li ha estinti. Hai spirito guerriero? Basta un tatuaggio e morta lì.

Benpensanti che adesso dovrebbero perlomeno partire “lancia in resta” contro il club di De Laurentis, perché se Milan e Juve sono state accusate per i cori dei loro sostenitori sui napoletani (discriminazione territoriale), chissà cosa succederà per quello striscione “Verona merda” ben esposto oggi in curva Nord dai tifosi partenopei. Nulla, ovviamente. Folclore anche questo, claro. E poi, anche fosse, De Laurentis una carta da giocare per sfangarla col giudice sportivo ce l’ha. No, non minacciare di dimettersi come fa ogni due per tre (l’arma è ormai più spuntata di uno sciopero della fame di Pannella), ma indagare sull’effettiva moralità di Giulietta. Quel (geniale) “napoletani figli di Giulietta” appeso in Sud potrebbe far discutere seriosi giuristi, fini intellettuali, petulanti femministe e pure i mitici “saggi” di Napolitano (buoni per tutto). Certo non vorrei che poi si scoprisse che la Nostra era davvero “zoccola”, ché questi sono capaci di chiuderci lo stadio. Le colpe? “Discriminazione sessuale” e non averne approfittato.   

p.s. Il titolo e buona parte del post sono volutamente ironici, per sdrammatizzare una rivalità storica che è giusto che ci sia da entrambe le parti, alla faccia di moralisti ed educande varie.

 

 

  

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