“Toh anche Conte si spettina. Non disperiamo, allora tutto è possibile”, avevo scritto su Facebook a fine primo tempo sullo 0-2. (https://www.facebook.com/pages/Francesco-Barana/1421212388102512)
Sì, tutto è possibile, anche che quella faccia di cera da “ne giovane ne vecchio” di Pirlo (vecchio da giovane, giovane da vecchio, un po’ come il mitico Raimondo Vianello) venga scongelata da una (cattiva) emozione.
La zuccata di Gomez, Buffon che smadonna, Mandorlini che esulta come un bimbo (magistrale nella preparazione della partita – Jankovic a parte – bellissimo in quella corsa liberatoria). I capelli (capelli?) di Conte “morti” due volte, con Cesare Ragazzi che si sfrega le mani al pensiero, chissà, di un altro fatturone. La mia esultanza “moderata” che scatena qualche tensione (eufemismo) al Collins di Bruxelles, solo contro tutti in un calcio club juventino. Pure “lord” Albertazzi si scompone. Toni sorride al cielo e sente la giustizia in terra. Il trasognato Cirigliano (bravo a procurarsi la punizione decisiva) giunge finalmente a noi e capisce cosa significa giocare nel Verona.
E Gomez? Incompreso e mal sopportato da tutti ai tempi di Remondina, si regala il suo attimo più bello. E i canti “britannici” della Sud, e un pari che così com’è maturato vale più di cento vittorie (perché, potete raccontarmela, ma nello sport non si vive di solo pane e di punti in classifica, sennò Gilles Villeneuve non sarebbe mai esistito e Pantani varrebbe un Bjarne Riis qualsiasi).
Amici del blog, capitemi, è arduo scrivere un “pezzo” dopo un’impresa del genere. Si rischia facilmente di cadere nella retorica del fu Candido Cannavò e Dio me ne salvi (con tutto il rispetto). Conosco i miei limiti e… scusate ma non sarò impeccabile. Scrivo di getto e per non annoiare la chiudo così: ognuno custodisca gelosamente i suoi stati d’animo nel proprio intimo, cogli amici, la ragazza, un pezzo rock, del buon vino. Io posso dire solo GRAZIE a chi veste gialloblù. Siamo veronesi e la bellezza sta nell’esserlo.
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