Maurizio Setti, nel Verona, è stato soprattutto e certamente un ottimo uomo d’affari, che ha comprato il club a poco e lo ha rivenduto a molto, anche al netto dei debiti. E nel frattempo ci ha guadagnato (e bene).
In questi suoi 12 anni e mezzo ha saputo costruire e sfruttare relazioni “politiche” nel palazzo calcistico, è stato fortunato e certamente abile, ma soprattutto ha avuto intuizione e timing: cioè ha saputo entrare e operare nel calcio nel periodo storico giusto, quello dove medi imprenditori come lui, forse anche con qualche aiuto personale (per anni si è parlato del cono d’ombra dei rapporti con Volpi…), potevano inserirsi e poi camminare da soli grazie a un sistema che grazie a enormi diritti tv e a paracaduti per le retrocesse dava la benzina necessaria per fare business speculativo (compra e vendi giocatori). Ed è uscito di scena prima di essere fagocitato dallo stesso sistema che sta cambiando alla velocità della luce, con i nuovi fondi della finanza globale che la fanno sempre più da padrone.
Questo timing perfetto ha permesso a Setti di essere il presidente del Verona più vincente dell’era moderna (quindi degli ultimi 35 anni). Eppure, il meno amato (in tandem con Pastorello). Perché?
Forse perché non è mai stato del tutto trasparente, né nella gestione (la Falco e la complessa architettura finanziaria in Lussemburgo nei primi anni, le indagini, la querelle con Volpi…), né nella comunicazione. Sono stati anni contradditori, i suoi: di sparate (“modello Borussia”) e di silenzi; di campionati illuminanti (con Mandorlini, Juric e Tudor) e di retrocessioni umilianti; di investimenti (primi anni di Sogliano-Mandorlini e poi stagione di Tudor) e di inopinate spending review (chiedere a Fusco e Pecchia). Il suo Verona ha sempre vissuto di chiari di luna, sul filo, volubilmente, tra curve e cambi di direzione improvvisi. Fino al sipario, che per Setti era calato da almeno un anno, in un calcio che non era più adatto alle sue possibilità e al suo modus operandi.
La sua, dicevo, è stata un’uscita di scena perfetta, per se stesso e anche il Verona. Ed è questo, alla resa dei conti, il merito storico di Setti: non tanto o solo i dieci campionati di serie A (questo è il sesto consecutivo), ma l’aver condotto l’Hellas da un’era all’altra del calcio: da quella ancora naif (per quanto già moderna) degli imprenditori nostrani, al capitalismo finanziario e globalista di oggi.
Un calcio che non è più sport, ma nemmeno intrapresa economica, ma perlopiù un contenitore di mera finanza, con centinaia di milioni di euro che girano protetti da complessi meccanismi e articolazioni. In questo contesto non potevamo pretendere che fossero dei veronesi – ma nemmeno degli italiani – a comprare il club. Non solo è un business che non interessa, ma è soprattutto un business a loro inaccessibile per molte ragioni. Inoltre l’Italia è segnata dalla deindustrializzazione e ancora caratterizzata da un capitalismo familiare ormai al crepuscolo. Non è un caso che anche molte aziende veronesi siano state acquisite da fondi. Come scriveva il compianto Oliviero Beha, il calcio non è altro che lo specchio del Paese.
Non fa una piega….
….che però investono 50 milioni di euro per fare una mega piscina con le onde in Via Gardesane(pare…si mormora) per facilitare i milioni di aficionados del surf….ma secondo te, prof. Francesco, ghe’ semo?
Ci credi veramente?
Certo che ci credo….quando si muove Veronesi di Calzedonia e promette opere permutative che al Comune non costano nulla…tu non ci credi?
Bravo Barana accetto questa Sua analisi perché molto ben equilibrata, ma faccio notare vari aspetti reali sul fatto che $etti si sia dimostrato un gran investitore.
E’ uscito dall’ultima porticina di servizio (e poco prima di una probabile retrocessione) quando invece poteva uscire guadagnando alla grande alla fine del campionato con Tudor; invece di cominciare la svendita dei migliori giocatori (Caprari etc…).
E’ lì che è cominciato il suo peccato originale poi divenuta abitudine di OGNI mercato!.
Da che mondo è mondo, un investitore CAPACE, vende quando le sue proprietà sono al massimo, cosa che lui ha rifiutato (visto che offerte da quanto dicono ne avesse pure avute)
e non prima che crolli tutto!.
Che poi non ci abbia perso ma guadagnato non fa di lui nessun asso della finanza, ma un normale investitore.
Tra l’altro poi son risultate fallite o svendute quasi tutte le altre sue aziende e sull’Hellas ha dovuto pagare non poco visto la vertenza in tribunale che ha subito (non ultima la multa per transazioni illegali), quindi complessivamente è difficilissimo dire quanto abbia realmente guadagnato, nonché, se abbia veramente guadagnato!.
Certo è stato intelligente ad uscire ora su questo non ci piove e si può dire pure che abbia rischiato prendendo l’Hellas in una situazione non facile.
Altro valore positivo che gli ho sempre riscontrato è di non aver mai esercitato influenze sugli allenatori / Ds di turno limitandosi “solo” a porre un basso tetto agli ingaggi.
Di calcio ha dimostrato, peraltro, di non capire assolutamente nulla al contrario di altri presidenti; però col suo comportamento avulso da “ingerenze tecniche” ne è uscito bene!.
Per quanto riguarda l’incensamento di miglior presidente degli ultimi anni direi che realmente semmai è stato il MENO PEGGIO..
La sensazione che mi ha trasmesso in particolare in questi ultimi anni è che abbia comprato la Mercedes potendosi permettere una fiat Panda senza nulla togliere a quest’auto.
Questo problema ha poi condizionato tutte le sue scelte societarie (cortina di ferro attorno alla società, braccino cortissimo sul mercato, svendita immediata dei giocatori migliori, ricerca forsennata delle plusvalenze etc..).
Arrivando a trasformare addirittura l’Hellas a bancomat per ripianare i buchi delle altre sue società che nel frattempo affondavano nei debiti.
Da ultimo la penso esattamente come Lei riguardo l’invocazione di mantenere la società in mani veronesi o italiane che dir si voglia.
Il mondo è già cambiato da molti anni (alcuni sembra se ne accorgano solo oggi), ma la base dell’economia resta sempre che chi ha i soldi per comprare compra indipendentemente dalla sua bandiera di appartenenza.
Semmai dovrebbe far riflettere il fatto che nessun miliardario italiano e veronese da sempre si è proposto per l’acquisto dell’ Hellas; credo che ci siano molti motivi alla base di questa scelta alcuni dei quali prettamente legati all’assurdo mondo del calcio di oggi!.
Addirittura “Probabile retrocessione”?
Be’ siamo 1 punto sopra la retrocessione e da quanto leggo da tempo sul blog di Vighini chi ha visto giocare le altre squadre sotto di noi dice che son quasi tutte più attrezzate e giocano pure meglio (il Monza per es. sulla carta anche se indebitato ha giocatori tecnicamente migliori dei nostri).
Che poi ora ci sia Presidio e riesca subito ad intervenire sul mercato per evitare l’affondamento questo sarà tutto da dimostrare.
Certo una cosa è sicura c’è poco tempo e la fretta come si sa non aiuta a fare le scelte migliori!.
Chi vivrà vedrà…
Probabile è diverso da possibile
Non serve aggiungere altro. Perfetto!
Bella analisi Francesco, mi sento di fare un paio di riflessioni. Scrivi che Setti è stato il miglior presidente degli ultimi anni visti i risultati. Palese, ma con che mezzi finanziari? Mi spiego meglio, avessero avuto i Mazzi e Pastorello la possibilità di usufruire dei capitali derivanti dai diritti tv e paracaduti vari come ne ha avuto Setti, avrebbero fatto peggio? O meglio? Parliamo delle decine di milioni introitati dal nostro negli ultimi anni grazie alle plusvalenze? Cifre siderali per una società come Verona…per poi finire con l’avere 90 milioni di debito…Non so, però personalmente reputo il personaggio uomo più fortunato che bravo, e volutamente dimentico i modelli Borussia, le magli orrende, gli studenti greci, la figura barbina per la scomparsa di Mascetti e tutto il resto. Resta il fatto però che il tessuto economico imprenditoriale veronese, nonostante più di qualche magnate nostrano abbia da sempre manifestato attaccamento alla squadra, latita, e per come vanno le cose oggi, ci tocca ringraziare la sorte per aver messo un Setti sulla nostra strada…
POSSIBILE = Ogni squadra iscritta al campionato di calcio 2024/2025 ha la POSSIBILITA’ di retrocedere. Ad inizio campionato non esiste alcun tipo di impedimento giuridico a ciò tranne il fatto che totalizzi più punti delle ultime 3 classificate alla fine dello stesso campionato.
PROBABILE = Le squadre che sono classificate in zona retrocessione e in zona limitrofa ad essa a metà campionato hanno un’alta PROBABILITA’ di retrocedere alla fine dello stesso campionato.
Nel caso specifico sopra citato l’Hellas Verona per i valori tecnici dimostrati in campo nelle partite fino ad oggi giocate e per gli attuali punti in classifica è una squadra che ha un’alta PROBABILITA’ di retrocedere!.
Comunque come si evince dagli articoli dei vari giornali, la politica del Verona non cambia. Anche i nuovi proprietari continueranno il metodo Setti e cercheranno di ottenere plusvalenze acquistando giovani di campionati minori e vendere i giocatori migliori della rosa.
Modello “Braccetto Cortum” fa proseliti oltre Oceano
Bella questa o meglio ancora se vogliamo usar il latino “brevis brachium” : )
Troppo colta Fangio, Braccetto Cortum ricorda Borussia Dortmund di settiana memoria🫡
Primo tempo con errori clamorosi. E vogliono andare avanti col modello Setti. Siamo messi bene.
Bell’articolo sior barana, condivido in pieno la linea, non pare essere dello stesso avviso il suo collega vighini. Immagino che lei non abbia una bandiera americana in cameretta e questo a mio modestissimo giudizio le fa onore. Chissà per quanto ancora questo “calcio e finanza ” riuscirà a rappresentare i valori anche morali e di giustezza ai quali un tifo come il nostro si rifà
Purtroppo ho l’età per ricordarmi dei vari presidenti del Verona, succedutisi da Garonzi in poi.
Setti non è certo stato il peggiore, basterebbero i risultati a confermarlo, ma ha fatto tutto ciò che era umanamente possibile per non entrare in sintonia con la tifoseria.
Non che questo sia un requisito indispensabile, per carità, basterebbe l’esempio di Lotito, odiato dai laziali nonostante gli ottimi risultati ottenuti, a confermarlo.
Ma, come sottolinea giustamente Francesco nel topic, alcuni aspetti “oscuri” nella gestione dell’azienda, del marchio e del bilancio, insieme alla gestione “sportiva” di alcune stagioni e a vicende personali con ricaduta sul suo patrimonio, l’hanno fatto percepire come un personaggio alquanto losco.
Non credo che verrà mai rimpianto, ma non sono altrettanto certo che non ci troveremo a dover rimpiangere l’andamento della squadra durante la sua lunga conduzione.
Otto anni di serie A sono tanti, se guardiamo alla nostra storia complessiva.
La piazza meriterebbe senz’altro di più, ma le sorti della società di calcio, purtroppo, non dipendono dai “meriti” dei tifosi.
Per quanto riguarda il discorso complessivo sul calcio in Italia sarebbe troppo lungo da affrontare e non ho alcuna voglia di dilungarmi.
Mi rimane la curiosità di capire come farà questo fondo a valorizzare la società Hellas Verona e, in subordine, di vedere a chi verrà eventualmente rivenduta.
Purtroppo non sono curiosità disinteressate.