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ORA PERÒ TOCCA A SOGLIANO

Ora la palla ce l’ha Sogliano. Possiamo dire e scrivere qualunque cosa su Zanetti (è risaputo che in estate avessi delle forti perplessità sulla sua riconferma), ma sarebbe acqua fresca. Il punto adesso è capire come uscirne: e tocca al direttore sportivo – uomo dai pieni poteri in via Olanda – trovare la soluzione. Avanti con l’allenatore, fino in fondo, come l’anno scorso? Oppure cambiare? Sicuramente fino a sabato (Genoa a Marassi) non succederà nulla.   Tuttavia con 6 punti in 12 partite e una squadra che involve anziché migliorare, è tempo di avviare serie riflessioni sul futuro.

Ma attenzione, qualsiasi sia la scelta, non può dipendere, nel bene o nel male, solo dal risultato di sabato prossimo a Marassi. Prima o poi il Verona una vittoria la beccherà, è la legge dei grandi numeri, il nodo vero è capire se questa squadra – così allenata, così disposta, così gestita – è in grado di fare un filotto che risistemi la classifica. Non si può vivere alla giornata, altrimenti si perde solo tempo. Bisogna sapere guardare il quadro generale, affidarsi alla giusta miscela di ragione e istinto per capire se ci sono ancora i margini per la continuità, o se sia meglio voltare pagina.

Sappiamo che Sogliano è un conservativo, fosse per lui non cambierebbe mai. Ha scelto lui Zanetti, col quale ha costruito un feeling umano e dialettico totale. Sogliano, si sa, è un ds anomalo, “ingombrante” nel senso di totalizzante. Vuole esserci, incidere, essere sul campo. E quando trova un rapporto con un tecnico che accetta queste sue caratteristiche, non vorrebbe mai cambiarlo.

E’ chiaro dunque che Sogliano preferirebbe, come nella scorsa stagione, provare ad agire dall’interno, senza scossoni. Ma basterà? Ogni campionato fa storia a sé e questa è una squadra diversa dall’anno scorso. Manca del tutto un gruppo storico, anche ridotto,  e lo spogliatoio è una babele di lingue, comportamenti, culture, con calciatori di livello internazionale che, seppur seri professionisti, hanno e avranno sempre mercato. Insomma, non ci sono riferimenti morali a cui aggrapparsi (succede al Verona e succede dappertutto, è il nichilismo del calcio di oggi, ma siamo noi a essere ultimi in classifica e a dover rimediare).

Tradotto, la crisi non si risolve con l’etica, che non sarebbe capita dallo spogliatoio, ma dando semplicemente ai giocatori riferimenti tecnici e tattici più solidi. La lingua del calcio oggi è quella: non servono predicozzi, o discorsi motivazionali, ma strumenti di calcio per andare in campo più sicuri. Con Zanetti, o senza.

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Helladino

2 o tre predicozzi fa caro Francesco ci decantavi la bancabilità, la progettualità della nuova proprietà, l’aumento del monte ingaggi.
Ti dissi che progettualità non era pagare Setti abbassando la patrimonializzazione vendendo tre-quattro giocatori, perché un eventuale retrocessione sarebbe stato a livello economico un grave errore.
Una società in A anche con 70-80 mln. di debito ha un valore. In B un altro, senza contare l’ulteriore deprezzamento dei pochi calciatori ancora di proprietà.
Due blog fa ci raccontavi che il problema della mancanza di risultati era più psicologico che tecnico-tattico e che avevamo dei buoni giocatori, di sicuro migliori delle precedenti stagioni
Anche lì non ero d’accordo
A fronte di una buona difesa rimarcai che se non si poteva intervenire sull’attacco per l’elevato costo di un vero centravanti, si doveva almeno rinforzare un centrocampo svuotato di valore, viati gli infortuni già noti Harroui), quelli nuovi (Suslov) le cessioni senza senso (Belhayane), l’accertata inadeguatezza dei rinforzi dello scorso anno (Bernede, Niasse), il grave abbandono a parametro zero di un ottimo creatore di gioco (Duda).
Invece si è scelto di dare a Zanetti il nulla (Yellu) e due giocatori svincolati (Gagliardini, Akpro) che pur passabili come rinforzi non sono assolutamente in grado di fare il play.
Uno è più una mezzala, l’altro un mediano.
Ciliegina sulla torta 2,5 mln. di ingaggio per un prestito oneroso che fino ad ora non è stato di alcuna utilità (Al Musrati).
Fumo negli occhi a esser teneri.
Non mi dilungo su ciò che è arrivato in attacco: è sotto gli occhi di tutti.
Per finire in gloria qui ed ora vieni a sostenere il contrario.
Adesso non è più psicologico il problema, ma tecnico e tattico.
Quindi o di Zanetti che li mette in campo?
O di Sogliano che ha comprato questi giocatori di diverse nazionalità?
Per dirla alla Vigo, del bambino o dell’acqua sporca?
Porti pazienza.
A mercato chiuso chi sa valutare ti ha detto che questa squadra NON era più forte delle precedenti.
Chi ha i mezzi per valutare capisce che gioco se ne può fare poco con giocatori forzati in ruoli non propri.
Semmai il valore era simile con un piccolo insignificante dettaglio:
Tutte le concorrenti dirette sono più forti dello scorso anno.
Tutte hanno speso in questo calcio che non ti piace.
Tranne noi.
Che pure per pagare il carpigiano han speso zero, usando i soldi incassati dalle vendite.

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