Non partecipo a nessun dibattito su Saviola. Non l’ho mai fatto e c’è un motivo: non voglio alimentare i dubbi sull’ovvio. Perché è ovvio che un fuoriclasse del genere nel Verona debba giocare (titolare o subentrante a seconda della condizione fisica, ma deve giocare). Di cosa stiamo parlando? L’assurdo, se vogliamo, è l’uso con il contagocce che Mandorlini ne fa. Ancora più assurdo, aggiungo, è che Mandorlini non abbia mai voluto nemmeno giustificare un’esclusione così eccellente, come se si parlasse dell’ultimo giovane della rosa, anzi si sia sempre mostrato infastidito. Per un allenatore come lui, che mira ad allenare in grandi piazze e non ha mai fatto mistero di sognare l’Inter, è un difetto non da poco, perché in certi ambienti i mass media non perdonano. Se s’incazza a Verona dove tutti gli vogliamo bene, a Milano che fa?
Non partecipo a nessun dibattito nemmeno su Nico Lopez, giovane, forte, fresco e frizzante, a cui basta sbagliare mezza partita (Cesena) per tornare in panchina, mentre ad altri giocatori meno bravi vengono date infinite possibilità. Misteri, avrebbe detto un altro interista, Enrico Ruggeri.
Ma attenzione, non voglio infierire su nessuno, tanto meno su Mandorlini, a cui invece auguro un buon compleanno gialloblu (4 anni). A San Siro hanno parlato i fatti e abbiamo visto tutti (imbeccata di Campanharo, genialata di Saviola, gol di Lopez). Sarebbe bello però ogni tanto, anche da parte sua, ammettere di aver sbagliato, come facciamo tutti noi comuni mortali, invece di dire “non me ne frega un cazzo”. Sì mister, Lopez e Saviola con l’uomo in più li dovevi mettere prima. T’incazzi? Amen, ma perché? Al posto tuo mi goderei Lopez, Saviola, Obbadi, Campanharo, un futuro radioso con loro, la sosta e un buon lunedì gialloblu.
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