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PASTORELLO: “MAI PIU’ IN SERIE B”

Sta per arrivare la primavera e puntuale come il ritorno delle rondini e le promesse del sindaco di turno di sgombrare le ex cartiere, nel Verona si rinnova un rito molto apprezzato dai tifosi gialloblù: il gioco della cordata. E’ un gioco appassionante, molto più del Monopoli e della Tombola, destinato ad occupare le cronache dei giornali e delle televisioni, almeno fino a giugno, quando si parlerà invece della nuova retrocessione dell’Hellas e della necessità di ripartire con una nuova proprietà. Ma vediamo chi sono i concorrenti di questa nuova edizione primaverile del Gioco della cordata.

LA CORDATA BRESCIANO-BERGAMASCA. E’ composta da alcuni muratori bergamaschi e bresciani. L’ostacolo maggiore è rappresentato dalle barriere linguistiche. E’ già dura infatti che due bergamaschi riescano a capirsi tra di loro, figurarsi un bresciano e un bergamasco. Sarà proprio perchè non hanno capito un cazzo che certi giornalisti  hanno parlato per mesi di Percassi e Berlusconi, scambiando la polenta Taragna (piatto tipico dei bergamaschi)  per la Carfagna (Mara). Questa cordata viaggia sempre con una fotocopiatrice nel baule della macchina, pare per fare esileranti scherzi ad un vecchietto che abita nella zona del Lago di Garda convinto di ricevere dentro due valigie cinque milioni di euro. Interrogato sulla vicenda Giambattista Pastorello ha risposto: “Lo faccio solo per amicizia”.
 
LA CORDATA NOSTALGICA. “Meglio un giorno da leoni che cento da pecore”. Ha detto così l’avvocato Bussinello parlando di Pastorello. In pochi hanno capito il nesso, che invece c’era (eccome se c’era…). Questa cordata si caratterizza per pochi ma chiari concetti. 1) Taci, il nemico ti ascolta. 2) Quando c’era lui i treni arrivavano in orario. 3) I compratori ci sono, così come c’erano navi, cannoni e carrarmati per andare in guerra. Interrogato sulla vicenda Giambattista Pastorello ha precisato: “Manca solo la firma”.
 
LA CORDATA VERONESE. Fanno parte di questa cordata El longo di Colognola ai Colli, El Mato di Roverchiara, Bepi Tiraca di Montecchia. Artigiani facoltosi, vera razza padana. C’è chi lavora i tondini di ferro direttamente con le nocche delle mani, chi come Zampanò piega il ferro direttamente nelle piazze. E’ gente seria e appassionata del Verona. A largo respiro il loro progetto: i tifosi andranno in trasferta solo a bordo di comode ruspe e prima delle partite i giocatori al grido di “A lavorare, andate a lavorare” faranno un doppio turno nei loro capannoni. Tra i più entusiasti di questa soluzione un’autentica bandiera del Verona: capitan Comazzi. Laconico invece Pastorello: “Sarebbe da folli smembrare questa squadra”.
 
LA CORDATA PASTORELLO-PREZIOSI. Amena cordata che ricorda i recenti fasti dell’Hellas: ma si dai, come si fa a non voler bene a quella vecchia volpe del Giambattista? A Verona nei posti che contano gli vogliono tutti bene. Lo stimano, perchè tutto sommato aveva tolto dai coglioni una rottura di palle come l’Hellas che nessuno voleva dopo i Mazzi e poco importa se un po’ ci guadagnava. In fondo era bravo, che male c’è? Il calcio è il suo mestiere… Massì, lo sappiamo tutti che i soldi gliel’aveva dati il Tanzi e che poi qualche pastrocchio l’hanno fatto per salvare capra e cavoli. La capra l’hanno salvata di s

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