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CARO REMONDINA…

Caro mister,

oggi mi sento di scriverti due righe perchè siamo alla vigilia di una gara fondamentale per il Verona. Una gara decisiva anche per il tuo futuro.

Vorrei partire da lontano per arrivare ai nostri giorni. Tu sai benissimo che a Verona di allenatori ce ne intendiamo. Ne abbiamo visti tanti alcuni bravi, altri bravissimi, qualcuno incapace. Abbiamo lavorato, tra gli altri,  con Bagnoli, con Fascetti, Liedholm, con Reja, con Prandelli, Perotti, Malesani, Ficcadenti. Con alcuni abbia legato tanto, con altri c’è stato solo un rapporto "professionale" con qualcuno abbiamo anche litigato.

Ognuno di noi ha in testa una sua "classifica" nella quale va a collocare questi tecnici. Bagnoli era eccezionale nel leggere le partite, Malesani un fenomeno nella tattica, Prandelli straordinario nella didattica, Perotti un "mostro" di buon senso, Liedholm un "monumento", Ficcadenti un gladiatore.

Come vedi per ognuno c’è un aggettivo, qualcosa di caratterizzante. Ma se penso a Remondina faccio ancora fatica a mettere a fuoco i tuoi pregi e anche i tuoi difetti. La prima cosa che mi viene in mente è che sei una "brava persona". Uno leale, assolutamente non ruffiano, nè con i giornalisti, nè con la squadra, nè con i tifosi. Così, magari con superficialità, direi anche che non sei troppo "ambizioso". Un bene? Un male? Forse nel calcio un male. Tra gli allenatori di cui sopra ne ho conosciuti un paio che erano veramente ed anche esageratamente ambiziosi. L’ambizione è un "fuoco" che ti brucia dentro, che non ti fa mai stare tranquillo, che ti spinge sempre oltre. Devo però riconoscere che spesso l’ambizione eccessiva è stata anche la tomba di qualcuno.

Anche tatticamente mi è difficile dare un giudizio su di te. Volevi giocare con il 4-3-3 ed è stato un disastro. Sei passato al 4-3-1-2 e non ci hai mai pienamente convinto. Il Verona è andato in ritiro per primo la scorsa estate, oggi dovrebbe essere una squadra che gioca a memoria, invece prendiamo ancora gol incredibili. D’altro canto però ci sono state alcune gare in cui mi ero convinto che tu fossi molto bravo. Penso alla gara con la Spal ma anche a quella di Padova. E dunque mi chiedo: qual è il vero Remondina? Quello che sbaglia i "cambi" , che non legge la partita, un po’ testone o un po’ troppo malleabile? O è quello che con pazienza ha saputo mescolare una squadra tutta nuova, facendo crescere molti ragazzi, costruendo uno spogliatoio solido e sano?

Finisco ricordando che, forse, il miglior Remondina l’ho visto il giorno in cui Arvedi aveva pronto l’esonero, prima della gara di Sesto, ti ricordi? Vidi quel giorno qualcosa di diverso nei tuoi occhi, uno scatto d’orgoglio da cui, probabilmente venne fuori un nuovo Verona. Spero che domenica succeda lo stesso contro la Reggiana. Anche stavolta stai rischiando la panchina, ma è proprio quando il gioco si fa duro che i duri cominciano a giocare.

 

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