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CRONACA DI UNA FANTASTICA GIORNATA DI M…

Perfino il tempo faceva schifo. Le nuvole basse, il cielo plumbeo, carico di acqua e di brutte notizie. Che pomeriggio del cazzo! Dal cielo cadevano gocce che parevano i gol del Pescara: Insigne, Insigne, Immobile… A Sky parlavano solo di Padova-Sassuolo. Poi di Livorno-Torino. Zero Verona. Non che m’importasse. Ma pareva che ormai tutti dessero per morto il vecchio Hellas. Un commiato: è stato bello, ci rivedremo l’anno prossimo. Sul blog stessa solfa. Gente con le “buele ingroppà” e i soliti gufi. Campionato finito. Grazie e arrivederci. Ma questi nella vita non hanno proprio un cazzo da fare che riempire i blog con il loro pessimismo? Li chiamano troll, cioè disturbatori. Il loro nome giusto è stronzi. Che vadano ‘fanculo. E’ ora di partire: doccia, barba, scelta della cravatta. In sottofondo una partita al Bentegodi. Ma non è l’Hellas anche se ha gli stessi colori e una scala usurpata. Anche di questi non me ne frega un cazzo. Piove. Ancora. E non ho nessuna buona sensazione. Hallfredsson non va più neanche a spingerlo, Abbate e Ceccarelli mi fanno presagire disastri, Gomez fuori casa si chiama Timidino. Insomma una giornata di merda. Non vinceremo. Me lo sento. Siamo sfigati nell’anima, noi dell’Hellas. Ma porca puttana, proprio nell’anno in cui c’è una lotta del genere per andare in A dovevamo capitare? Certo: sei dell’Hellas? Devi soffrire. Mi tocca perfino sorbirmi Conte che paragona la Juve al Verona di Bagnoli. Capite che livello sta raggiungendo il letame di questa giornata? Vabbè dai, mi faccio forza e vado in trasmissione. Il Titti mi dice: o dentro o fuori. O si vince o siamo tagliati fuori. Ma no, cerco di farmi forza, è ancora lunga, non è decisiva. Baro. Con lui e con me stesso. Questa è una gara fottutamente importante. Lo so io, lo sa il Titti, lo sanno tutti i tifosi dell’Hellas, e lo sa Mandorlini. Che infatti è strano, teso, meno brillante del solito. L’unica immagine che mi dà forza è quella che mi ha mandato Giovanni Vitacchio da Reggio. Martinelli, piccolo omino, consunto dalla malattia che in realtà è il più leone di tutti. Che presidente! Che forza! Che esempio! Ci penso e la giornata è un po’ meno di merda. Ma il livello sale quando Ciampi di Roma 1 annulla un gol regolare al Verona. Stessa solfa di sempre. E ripenso a quelli che “Ferrari doveva tirare prima con l’Empoli, non era rigore”. ‘Fanculo anche a loro. ‘Fanculo a tutti. Il Verona non va. Il presagio, i gufi hanno avuto la meglio. Siamo spenti, fermi, imballati. Mamma quanto sale la merda. Fino a sommergermi quando non ci danno l’ennesimo rigore per un fallo di mano. Bastaaaaa. Che finisca questa giornata. Ma quando dentro di me sale l’urlo di ribellione, vedo il lampo di Berrettoni. La palla è dentro, lo studio una bolgia. Urlo finchè non ho più fiato. Abbraccio tutti e tutti mi abbracciano. C’è anche Sandro, il mio cameraman tra gli ospiti. E’ il suo compleanno. E lui era con me a Reggio Calabria. Già proprio Reggio Calabria, ma altra porta. Allora Michele Cossato, adesso Emanuele Berrettoni. La gioia vince sulla merda. Esco dallo studio. E una gigantesca luna gialla mi saluta sullo sfondo di un cielo blu scuro. Sono dell’Hellas Verona. Grazie a Dio.

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