Sapete bene, almeno chi mi legge, con quanta prudenza ho accolto Setti. Non per un personale pregiudizio nei suoi confronti (ci mancherebbe, dopo pochi giorni avevamo raccolto sufficienti informazioni su di lui e sapevamo che era un imprenditore onesto e ambizioso), ma perchè quando un bambino mette la mano nell’acqua bollente è difficile che qualcuno lo costringa a ripetere l’operazione.
Noi a Verona siamo stati scottati. Prima Pastorello, poi Cannella con Arvedi, i mille errori, i progetti mai decollati e il rischio, vero tangibile, forse mai raccontato bene da noi dei media, che l’Hellas sparisse per sempre. Per questo volevo andare con i piedi di piombo e aspettare l’imprenditore di Carpi al varco. Con l’onestà e la libertà intellettuale di cui vado fiero, vi dirò che ora, dopo questa prima parte di mercato, sono felice che Setti sia arrivato a Verona.
Le sue prime mosse sono state tutte azzeccate. Prima Sogliano, poi Dibrogni, poi Gardini. Di conseguenza la campagna acquisti (che non è ancora finita e da quanto ho capito ci saranno ancora botti pesanti…), la grande passione che sta già prendendo il presidente. Verona lo ha già contagiato e c’è il rischio che il contagio si propaghi fino a diventare entusiasmo ed esaltazione.
Ecco… se un pericolo vedo all’orizzonte è proprio questo. Equilibrio, concretezza, piedi per terra. Noi a Verona facciamo prestissimo a gasarci e ci mettiamo un attimo a dperimerci. Ma dopo quattro anni di Lega Pro dobbiamo avere introdotto sufficienti anticorpi per non deragliare.
Magari Setti sbaglierà e se lo farà glielo diremo. Ma sono certo che non lo farà per guadagno personale, ma solo per il bene del Verona. E’ già un bel passo in avanti. Abbiamo un presidente, una società, una squadra. E un futuro davanti a noi. Speriamo radioso.
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