C’erano dei timori nascosti che la rivoluzione attuata da Sogliano potesse influire sugli equilibri della squadra. Troppo bello il Verona dello scorso anno, molte le incognite di questa nuova squadra. Si è cambiato troppo? Era la domanda che i tifosi si facevano. Non è facile ritoccare una squadra che ha compiuto un miracolo. Il presidente Setti mi ha spiegato la filosofia alla base di questa parziale rivoluzione: sono stati cambiati quegli uomini che nel giudizio di Sogliano e probabilmente Mandorlini, avevano dato il massimo nell’ultima stagione. Quelli che, probabilmente, non potevano ripetersi. Ci siamo presi un rischio, ha detto Setti, ma bisognava correrlo se si voleva aumentare la qualità della nostra squadra.
La prima amichevole con la Fiorentina ha detto che nulla è cambiato. Come l’anno scorso contro la Sampdoria, il Verona ha dimostrato equilibrio, identità tattica, personalità. Più dell’anno scorso, però c’è l’impressione di una forza ancora nascosta, di talenti puri che appena avranno la birra giusta nelle gambe incanteranno. Mandorlini, ancora una volta, si è dimostrato fantastico artigiano del pallone, grande lavoratore sul campo, con idee chiare e totalmente applicate. Siamo all’inizio, ma è un bel cominciare.
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