Non ho capito tante cose del Verona di stasera. E’ dura fare un commento ad una partita che ha visto l’Hellas in vantaggio tre volte e per tre volte raggiunto. Quello che ho visto ha poco senso. Il Verona che torna in vantaggio al 91′ con Gomez e poi viene raggiunto al 93′ non è una squadra che ha ancora la maturità necessaria per diventare la padrona del campionato. Parlerei per prima cosa dell’atteggiamento del secondo tempo: inspiegabile. Ancora una volta, l’ennesima, il Verona s’è tirato indietro, troppo, ha cercato di gestire il risultato e ha subito la rimonta di un Crotone che tutto era tranne che una formazione che s’è buttata avanti con slancio. I gol sono una somma di errori che ancora gridano vendetta. Non è possibile che il Verona possa prendere gol così. Errori individuali, come a Padova, che sono costati carissimo. Inutile star qui a mettere la croce sui singoli. C’è ancora tanta strada da fare. Parlerei anche del turn over che ha cercato di salvaguardare alcuni uomini senza snaturare la squadra. qualcosa non mi torna. Maietta e Moras, diffidati erano in campo, è comparso Abbate impacciato come quando l’anno scorso marcò in una serataccia Insigne, mentre Cacciatore è andato a sinistra, adattato in un ruolo che purtroppo non ha ancora un interprete ben definito. Scusate se insisto: ma attorno a quella falla che il Verona ha a sinistra, Mandorlini deve fare scelte cervellotiche che pesano sugli equilibri generali della squadra. Martinho e Cacciatore non sono due terzini sinistri, Pugliese non c’è ancora, Fatic continua a non essere pervenuto. Sugli esterni abbiamo sofferto in maniera eccessiva. Non m’è piaciuto neanche Nicolas che non ha dato sicurezza tuffandosi un po’ a casaccio di qui e di là. Inspiegabile poi Hallfredsson. L’islandese ormai è una specie di cubo di Rubik. E’ da marzo dell’anno scorso che alterna gare strepitose a pause pazzesche. A volte, come stasera, nella stessa partita. Non si pretende che il Verona le vinca tutte. Ma, porca miseria, se comunque al 91′ vai in vantaggio, hai il dovere di portare a casa il risultato. Ora il Sassuolo è più lontano. E quella che poteva diventare la gara per l’aggancio vede in notevole vantaggio psicologico i modenesi che possono benissimo venire al Bentegodi per portare a casa un punto. Anche un pareggio a loro starebbe bene, mentre adesso, il Verona per liberarsi la mente da questi strani fantasmi dovrà vincere. Non c’è dubbio che vedremo una gran partita. Ma serve un Verona diverso.
Gianluca Vighini
Gianluca Vighini inizia giovanissimo a perseguire la sua grande passione: il giornalismo. Già a 16 anni collabora con Tele Valpolicella dove si occupa di sport e conduce varie trasmissioni sportive.
Dopo la maturità classica si iscrive a Scienze politiche e inizia a collaborare con il Gazzettino e la Gazzetta dello Sport. A 21 anni, dopo essere diventato giornalista pubblicista, viene assunto dal gruppo Telenuovo dove inizialmente è redattore al settimanale Nuovo Veronese. Qui cura le pagine sportive e di cronaca bianca. Nel 1987 inizia anche a collaborare con la televisione. Nel 1988 entra nella redazione di Telenuovo dove diventa giornalista professionista a 25 anni. Si occupa di cronaca nera seguendo, tra l’altro, il rapimento di Patrizia Tacchella.
Nel 1991 partecipa alla nascita del Nuovo Veronese quotidiano di cui diventa il responsabile delle pagine sportive seguendo come inviato l’Hellas Verona.
Nel 1998 diventa caporedattore di RTL Venezia, costola regionale di RTL 102.5. Dopo una breve esperienza a Roma dove dirige le pagine sportive di Liberazione, torna a Telenuovo dove inizia a condurre varie trasmissioni sportive e in coppia con Luca Fioravanti, vara il tg sportivo Tg Gialloblu. Su indicazione dell’azienda fonda anche Tggialloblu.it, il primo sito sportivo veronese.
Dirige e conduce la popolare trasmissione Alé Verona e ha ideato la trasmissione Supermercato. Da aprile 2021 è il direttore delle testate online di Telenuovo.
E’ anche un grande appassionato di cucina.
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