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UNA SQUADRA ARISTOCRATICA DIVENTATA OPERAIA

La cosa che più mi è piaciuta del Verona questa sera è stata la voglia di soffrire. Ecco, stasera il Verona non si è crogiolato, non si è specchiato, ha smesso i panni della grande squadra per vestire quelli della protagonista in un campionato duro, aspro e difficile come è quello della serie B. Poco importa la qualità del gioco: qui le dissertazioni si possono sprecare. Cosa vuol dire giocare bene? E soprattutto esiste nel calcio una squadra che gioca bene e non vince? Certo, qualcuno dirà che spesso le squadre di Zeman interpretano perfettamente questo assioma. Ma, a mio avviso, qui si scambia il divertimento (quindi anche la dissennatezza difensiva) per bel gioco. Da questo punto di vista, allora, il 3-3 di Crotone è stato mille volte più divertente. Ma è pur vero che nel calcio vince chi segna e chi riesce a prendere un gol meno degli altri. Quindi il lato estetico alla fine conta poco. Il Verona ha segnato, il Sassuolo no. E il Verona ha vinto. Per me è stata una dimostrazione. Una dimostrazione che questa squadra ha forza e carattere (quando vuole). Altrimenti non avrebbe messo in riga le due principali contendenti, gare che tra l’altra avranno valore doppio quando si tratterà di contare gli scontri diretti.

A mio avviso esce un Verona diverso da questa gara. Un Verona che, forse, ha capito che con l’umiltà si possono fare grandi cose e vincere le partite. Con i se non si costruisce la storia e soprattutto non si può riscriverla. Ma se il Verona di Crotone avesse avuto la metà della determinazione di quello che ha battuto Livorno e Sassuolo, quella gara non si sarebbe mai pareggiata.

E come dice il vecchio proverbio: vincere è meglio che pareggiare e perdere. E, a mio avviso, anche più divertente. Infatti… Qui si continua a divertirsi…

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