Mi piacciono le critiche, ma quelle costruttive. Non mi piace, lo dico subito, questo up and down che non è degno dei tifosi del Verona. Non mi piace questo referendum popolare che si è creato ad ogni gara: Mandorlini si, Mandorlini no. Ad ogni turno, ad ogni gara vinta o persa le due fazioni si scontrano. Si passa dal Mandorlini profeta al Mandorlini coglione. E’ un approccio sbagliato e immaturo, che non è figlio, se mi permettete della nostra mentalità. Il Verona è una squadra forte, lo sappiamo, e la critica, non ditelo a noi di Telenuovo che ospitiamo sulle nostre pagine e sui nostri canali tutte le opinioni, quelle pro e quelle contro, sono il sale della civiltà. Guai a cassare le voci, anche quelle antitetiche. Ma questo non significa che si debba minare ad ogni sconfitta le fondamenta della costruzione. E’ un giochetto autolesionistico che non fa bene alla nostra squadra. Sentire che Mandorlini deve essere cacciato dopo questa gara con il Brescia è una bestialità. Dopo mille anni di merda, Mandorlini ci ha riportato a galla e a lui va, eternamente il nostro grazie e se mi permettete anche il nostro rispetto. Come ho detto mille volte: il mister ha un caratteraccio, risponde a tono alle critiche, però ci mette sempre la sua faccia, non si cela dietro uno pseudonimo o un nick. E non è mai banale. Paga per questo, in un calcio fatto improvvisamente da verginelle che fino all’altro giorno vendevano partite e fregavano i risparmiatori in borsa. Per lavarsi la coscienza il calcio di oggi ha deciso di essere politicamente corretto. Ma i ladroni sono sempre là. Intanto paga Mandorlini, per essere vero e poco banale. Così se a Livorno prima di una gara sono arrivati a picchiarlo e lui dice di essere fiero di questo odio, finisce attaccato da tutti. Mandorlini ha dimostrato di avere in mano la situazione e di saper condurre questa nave. In questo momento i risultati non vengono, un po’ ci gira male, un po’ gli episodi ci condannano, un po’ bisogna migliorare. Mandorlini lo sa benissimo che questo Verona non si è ancora espresso al cento per cento e che tanto c’è da lavorare per fare il salto di qualità. I motivi sono tanti, compreso il fatto che si è creato un clima di attesa eccessivo. Come se vincere fosse una formalità, mentre perdere un disastro totale. A Brescia ho visto un buon Verona che ha pagato un calcio d’angolo e gli errori di Cacia. La gara è tutta qui. Il 2-0 francamente non lo conto neanche. Ci risolleveremo. Con Mandorlini, statene certi.
Gianluca Vighini
Gianluca Vighini inizia giovanissimo a perseguire la sua grande passione: il giornalismo. Già a 16 anni collabora con Tele Valpolicella dove si occupa di sport e conduce varie trasmissioni sportive.
Dopo la maturità classica si iscrive a Scienze politiche e inizia a collaborare con il Gazzettino e la Gazzetta dello Sport. A 21 anni, dopo essere diventato giornalista pubblicista, viene assunto dal gruppo Telenuovo dove inizialmente è redattore al settimanale Nuovo Veronese. Qui cura le pagine sportive e di cronaca bianca. Nel 1987 inizia anche a collaborare con la televisione. Nel 1988 entra nella redazione di Telenuovo dove diventa giornalista professionista a 25 anni. Si occupa di cronaca nera seguendo, tra l’altro, il rapimento di Patrizia Tacchella.
Nel 1991 partecipa alla nascita del Nuovo Veronese quotidiano di cui diventa il responsabile delle pagine sportive seguendo come inviato l’Hellas Verona.
Nel 1998 diventa caporedattore di RTL Venezia, costola regionale di RTL 102.5. Dopo una breve esperienza a Roma dove dirige le pagine sportive di Liberazione, torna a Telenuovo dove inizia a condurre varie trasmissioni sportive e in coppia con Luca Fioravanti, vara il tg sportivo Tg Gialloblu. Su indicazione dell’azienda fonda anche Tggialloblu.it, il primo sito sportivo veronese.
Dirige e conduce la popolare trasmissione Alé Verona e ha ideato la trasmissione Supermercato. Da aprile 2021 è il direttore delle testate online di Telenuovo.
E’ anche un grande appassionato di cucina.
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