Per anni mia mamma (poverina) tornava dai colloqui con i miei professori con questo giudizio: suo figlio è bravo, potenzialmente potrebbe essere il migliore della classe, peccato che non studi e non si applichi… Ecco, quel giudizio (che ahimè cambiò solo successivamente quando capii che nella vita senza studio e senza applicazione non si sarebbe andati da nessuna parte), è esattamente lo stesso che oggi un professore farebbe al Verona. L’Hellas che torna da Vercelli ha una valigia carica di domande e soprattutto di giudizi negativi. E’ un Verona abulico, che pensa di essere il più bravo della classe anche se non studia a sufficienza e non si applica. Il rischio, come nella vita, è di non andare da nessuna parte. Soprattutto se là davanti continuano a correre e anche dietro, adesso, cominciano ad accelerare.
Oggi, putroppo in negativo, abbiamo la prova provata che il modulo non c’entra nulla in questa analisi. Abbiamo giocato con il modulo che molti allenatori da blog hanno chiesto a gran voce. Con la coppia d’attacco più votata nei sondaggi. Risultato? Deludente 0-0.
Come non c’entra nulla chi gioca (Bojinov, Cocco, Cacia, Rivas, Gomez, Grossi eccetera). C’entra molto di più lo spirito con cui vai in campo, quanto sei squadra, quanto ancora non lo sei. Sono in imbarazzo quando penso a questo Verona e devo dare un giudizio. Dire che ancora non c’è il gruppo sarebbe ingeneroso. Altrimenti non avresti vinto contro Sassuolo, Livorno Genoa, Palermo. Dire che siamo squadra però è eccessivo: altrimenti non avresti pareggiato con Cesena, Novara e Pro Vercelli e perso con Padova, Cittadella e Brescia.
Credo che un po’ di questo peso, di questa responsabilità debba essere messa sulle spalle dei nostri giocatori.
Fino ad oggi protetti dalle mille discussioni su Mandorlini che nel bene e nel male (spesso nel bene) ha sempre fatto da ombrello protettivo e da parafulmine attirando su di sé l’attenzione. Credo sia ora che molti dei decantati e presunti protagonisti di questa squadra, arrivati con fanfara e curricula importanti, facciano un bagno d’umiltà e inizino a correre e a impegnarsi. Più seriamente di quanto abbiano fatto fino ad oggi.
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