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PARTITA DA SQUADRA AUZZAIDER…

Alzi la mano a chi non ha ripensato alla parola più gettonata della settimana… Auzzaider… Cioè Outsider, che nello slang di Sogliano è diventato “Auzzaider”. Cioè, la squadra sfavorita, quella che deve giocare senza i fari puntati addosso e a fanali spenti. Il Verona non è un “Auzzaider”. Eppure deve diventarlo. Ed oggi, a Grosseto, un po’ lo è diventato. Giocare da “Auzzaider”, vuol dire essere meno belli e più pratici. Oggi a Grosseto, udite udite, per la prima volta, credo dall’inizio del campionato, l’Hellas non ha avuto nelle statistiche la palma del possesso palla. Eppure ha vinto 2-0. Ha vinto soffrendo, giocando un secondo tempo umile, trascinata dal carattere di Iron Nick, giocatore preziosissimo per questa volata finale, prezioso perchè capace di far ritrovare al Verona quello spirito operaio che gli agi e le comodità della rosa ampia e, sulla carta, con più valore avevano fatto dimenticare.

Ha vinto anche perchè in questo momento in porta c’è un portiere eccezionale, un altro di questa squadra che conosce benissimo da dove viene il Verona, anzi, lo sa meglio di tutti, visto che lui c’era persino contro la Pro Patria, a Busto Arsizio, quando la C2 era uno spettro più vero di quanto ora ci ricordiamo.

E ha vinto anche non giocando benissimo, ma con quella praticità che fa andare lontano. E non mi è sfuggito che oggi in panchina sia andato anche il presidente Setti a dimostrare che quell’apparente freddezza con cui ha caratterizzato questa prima parte della sua presidenza, in realtà è appunto solo apparenza. Setti deve essere un bel fumantino e anche molto appassionato e il fatto che oggi sia andato in panchina ha avuto il significato di dire a tutti che su questa barca c’è anche lui. E che solo uniti si può andare in serie A.

Sempre per dirla alla Sogliano. A ME questo MI va proprio bene.

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