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MANDORLINI 3, L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE

Il primo Mandorlini fu quello che prese in mano la squadra, l’ambiente e la città. Un leader che trascinò una squadra senza anima e senza obiettivi in serie B. Quel Mandorlini continuò l’opera sfiorando la serie A. Sempre in sella al suo destriero, pronto a sferrare stoccate a destra e a manca, una specie di Zorro notturno che compensava alla mancanza di peso politico con scorribande e veloci blitz. Questo Mandorlini ha lasciato il passo a quello di “governo” dell’ultimo semestre. Un Mandorlini che pian piano ha capito che Zorro doveva mettere il mantello in soffitta per lasciare posto solo al grande professionista.

Già, perché nessuno lo dice, ma Mandorlini ha soprattutto dimostrato in questi mesi di essere un buon allenatore. Idee chiare, identità, gioco, equilibrio della squadra. Ed è questo che dovrà essere il Mandorlini 3, quello che Sogliano ha scelto per continuare a guidare il Verona.

Dopo le 48 ore di riflessione, Mandorlini è più forte di prima. Certo, i guastatori di professione hanno già iniziato la litania, incassata loro malgrado la conferma del mister che fino a 10 ore prima loro avevano dato sulle panchine di mezzo mondo. E’ rimasto ma la fiducia è a tempo… E’ rimasto ma Setti… E’ rimasto ma verrà esonerato… Poveri loro: non hanno veramente capito come funziona. Questo tentativo di dividere affinché loro possano imperare con le loro idee e le loro tesi è stucchevole. Io non voglio invocare ogni volta che dovrebbe essere solo il bene del Verona la stella polare che ci dovrebbe guidare. E se Mandorlini non ha fatto in questi tre anni il bene del Verona ditemi chi lo ha fatto.

Ma non posso dimenticare la società. Ho scritto e lo sostengo con coerenza che la pausa di riflessione è stata una cosa buona e giusta. E che avremmo dovuto rispettare Sogliano e Setti anche se non avessero confermato Mandorlini. E’ una questione di mentalità. Ho rabbrividito negli scorsi giorni quando qualcuno ha scritto anche in questo blog “se non resterà Mandorlini non farò l’abbonamento”. Possibile che in questi anni certa gente non abbia capito nulla? Possibile che non si sia capito che il Verona ha resistito a Cannella, Galli, Lancini e compagnia cantando e resisterà anche se l’allenatore più amato dopo Bagnoli se ne dovesse andare?

Ora Mandorlini ha una terza vita a Verona, che potremo definire un’evoluzione delle altre due. Andrea ha l’occasione più importante della sua carriera. Una carriera che in serie A, per un motivo o per l’altro non l’ha ancora consacrato. Può farlo senza gli eccessi che ne hanno condizionato alcuni passaggi della sua vita (spesso per eccesso di generosità, qualche volta per ingenuità a volte per spirito goliardico…) e che lo hanno pesantemente penalizzato. Semplicemente facendo quello che gli riesce meglio. Allenare una squadra di calcio.

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