Stavolta mi voglio sbilanciare. Sarebbe troppo facile rifugiarsi dietro al solito democristiano “sarà il campo a giudicare il mercato”. Dovere di un giornalista sportivo, a mio avviso, è anche valutare le mosse di una società prima che tocchi al campo valutare la bontà del lavoro.
Inizio subito col dire che il lavoro di Sogliano a parer mio è stato eccellente. Sogliano ha lavorato con un budget non eccezionale, mettendoci creatività, idee e passione. Alcune trattative sono state geniali. Il capolavoro resta l’arrivo di Cirigliano. Sogliano ha superato se stesso per convincere una società tignosa e altolocata come il River Plate a darci il ragazzo. Ma Iturbe è una ciliegina che potrebbe farci venire l’acquolina in bocca.
Andiamo con ordine. Sogliano prima di tutto ha tenuto chi doveva tenere: Martinho, Cacciatore, Moras, Agostini, Albertazzi, Bianchetti. Tutta merce di qualità, importantissima per l’oggi e per il domani. Ha poi venduto tutti i pezzi in esubero. Alcuni abbastanza facili da piazzare data la qualità della “merce” (Ferrari, Ceccarelli, Rivas, Carrozza, Grossi, Cocco), altri meno (Esposito, Abbate eccetera). Ricordarsi che un direttore sportivo si deve giudicare anche dal mercato in uscita è buona regola di un critico (capisco che per un tifoso sia meno evidente).
Sogliano si è poi dedicato a scovare giocatori giovani di qualità. Segnatevi bene queste parole: giovani di qualità. Questo sarà, DOVRA’ essere, il motto di casa Hellas. Non sono scommesse. E’ un’esigenza. Di più: è una questione di vita o di morte. Solo così, il Verona avrà vita garantita. Qui Sogliano ha dato il meglio di sé. Penso a Sala, preso a parametro zero. Una plusvalenza che potrebbe diventare favolosa tra qualche anno. O appunto Cirigliano. O Albertazzi e Bianchetti, o adesso Iturbe. Senza dimenticare Longo che Sogliano ha strappato al Livorno. Se tutto va come dovrà andare il Verona ha messo le basi per il futuro. Da qui a tre anni potremo avere una squadra fortissima, piena di gente talentuosa da rivendere nel mercato europeo e quindi dotare la società di risorse indispensabili per vivere.
Ma Sogliano non si è limitato a questo. Anche lui, come il presidente Setti, sa esattamente che se non arrivasse la salvezza in questa stagione, ogni discorso sul futuro sarebbe inutile. E quindi sono arrivate anche delle certezze. Penso a Romulo, a mio avviso grandissimo colpo per una società di livello del Verona. E poi sono stati tappate alcune falle (Rubin a sinistra in alternativa a Agostini, Donadel a centrocampo) che si erano intraviste in precampionato e nelle prime due giornate. Persino nel ruolo di portiere il Verona è oggi copertissimo, con Rafael e alle sue spalle Mihaijlov, nazionale bulgaro.
Al capitolo scommesse, o se volete, giocatori da scoprire, metterei Gonzalez e Marques. Qui solo Sogliano sa che tipo di giocatori ha portato. Lasciatemi però dire che non avevo mai visto un ds del Verona andare due volte in un mese in Sudamerica per vedere dal vivo i giocatori che vuole prendere. E’ sintomo di serietà, passione, attaccamento e professionalità in un mondo che si affida spesso ai dvd, se non peggio, a qualche filmatino su youtube.
Infine, aggiungo, che il Verona non ha venduto nessun gioiello. Sono rimasti Cacia (sarà prezioso, fidatevi), Hallfredsson, ma soprattutto Jorginho. Sarebbe stato facile per Sogliano cavalcare una delle tante notizie di mercato che sono sorte attorno al nostro golden-boy. Eppure, Sean non ha mai voluto farlo. Fedele ad una linea concordata con il presidente. Chi vuole Jorginho si presenti con i soldi (si parte da 10 milioni di euro, credo giustamente). Il resto era (è) aria fritta.
Alla luce di tutte queste considerazioni, e relativamente al budget e ai mezzi a disposizione, credo quindi che il lavoro di Sean sia stato molto buono. Ora naturalmente toccherà al campo, sommo giudice, dirci come ha lavorato il nostro uomo mercato. Ma le premesse per centrare la salvezza ci sono tutte.
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