Ecco, c’è un giochetto a cui mi sottraggo volentieri: quello di tirare la croce addosso a Matteo Bianchetti. E’ un atteggiamento autolesionista e sbagliato. Matteo ha giocato oggi contro un attaccante fuori dalla sua portata, è evidente. Ha compiuto un paio di sbavature, diciamo pure un errore gravissimo, ma è restato in partita. Uno l’ha compiuto anche Moras macchiando una gara eccelsa. Eppure nessuno gli ha tirato la croce addosso. E’ profondamente sbagliato a mio avviso mettere sulle spalle di questo ragazzo, capitano della nazionale under 21, la responsabilità della sconfitta con la Juventus.
D’altro lato, non sopporto neanche questa litania sui giovani che devono essere fatti giocare per forza. Attenzione: l’ho scritto e detto per primo che il futuro del Verona saranno i suoi giovani. E’ vitale per la società che giustamente vuole valorizzarli. Valorizzarli appunto e non buttarli allo sbaraglio con il rischio di bruciali. Materia difficile da trattare. I giovani vanno aspettati, plasmati, preparati. Mandorlini sa come si fa. Se Bianchetti ha compiuto un errore, tutto giovanile, è stato di avere fretta. Quella maledetta intervista gazzettiera, rischia di nuocere terribilmente alla sua carriera. Avrebbe giocato lo stesso, sia con il Sassuolo, sia con la Juventus. E forse avrebbe oggi meno pressione addosso e meno sensi di colpa.
Al di là di questo, la vicenda serva un po’ come lezione. Lo dico anche a chi invoca (da una parte) a gran voce i giovani in campo. E poi (dall’altra) è pronto a massacrarli con un giudizio su un blog o con un fischio allo stadio. Per i giovani serve pazienza, calma ed equilibrio. Doti che ha Mandorlini e che purtroppo mancano a qualche tifoso.
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