E’ ufficiale: il Verona è in crisi. Alla terza sconfitta consecutiva non c’è dubbio che si debba parlare di squadra in difficoltà. Anche se le tre partite perse hanno connotati diversi e una sola (quella contro il Chievo) è stata ciccata in maniera clamorosa.
Il Verona sta conoscendo adesso la dura realtà del campionato di serie A. La meraviglia non è aver perso tre gare di fila, è pensare che qualcuno non lo avesse previsto. Era logico che prima o poi l’Hellas sarebbe finito dentro un tunnel. La bravura di una squadra come la nostra è uscirne. Al più presto. E’ indubbio che la gara con l’Atalanta di domenica prossima riveste un’importanza determinante.
Cosa non ha funzionato in queste tre gare? Tante cose. Una crisi non ha mai un solo padre. Stanchezza generale, stanchezza di alcuni giocatori, errori individuali, scelte del tecnico. Un’impasto di cause che ci hanno portato a raccogliere zero punti. La sontuosa prima parte del campionato però ci ha anche permesso di mantenere inalterata la nostra posizione in classifica: stupefacente davvero. Vorrei però far notare che il distacco dalle posizioni pericolose, pur restando molto buono si è ridotto. E’ quello che dobbiamo guardare, altro che il quinto posto…
Mi stupisce, come Alice nel paese delle Meraviglie, il vociare continuo del partito del malcontenti. Io non so bene chi siano queste persone, che problemi abbiano a casa, perché invadono il web e l’etere ogni volta che il Verona va male. Ho letto cose aberranti in queste ultime ore. Credevo che la Lega Pro ci avesse fatto maturare, facendoci capire che non esiste categoria che sia facile, facendoci capire veramente che non esiste nobiltà e tradizione se non la continui ad alimentare con la grinta, il lavoro e la determinazione. Invece, purtroppo, c’è una parte anche consistente di questa tifoseria che si gode a creare un clima di pessimismo e di tregenda ogni volta che le cose non vanno bene. Per carità: l’analisi va fatta. Se Rafael a Firenze ha fatto male si può scrivere e dire. Ma la cosa sbagliata è il modo in cui si dice: “Rafael è scarso, deve andarsene. Via Rafael. Mandorlini va cambiato subito…E via di questo passo con toni che spesso sono molto peggiori di quelli riportati ad esempio.
Chiusa la parentesi, il dato che più allarma e che mi allarma è quello dei gol presi: sono 24. Un’enormità che sistema il Verona tra le ultime del torneo. Bisogna trovare immediatamente dei correttivi. La sensazione che ho avuto a Firenze, purtroppo è stata di un’inconsistenza a livello individuale ancora prima che di squadra. Nel reparto non si respira mai sicurezza. Non la dà Gonzalez, non la dà Cacciatore, non la dà Agostini. Cerca di darla, ma più con la sua forza d’animo Mimmo Maietta. Ma è troppo poco. Sarebbe sbagliato però colpevolizzare solo chi sta dietro. Il primo filtro è dato dal nostro centrocampo, dove purtroppo, c’è un giocatore che sta subendo un’involuzione preoccupante: Jorginho. Il piccolo brasiliano non riesce più a tamponare, è meno lucido in ripartenza (mai visto sbagliare tanti passaggi), spesso va in affanno, pur giocando con la solita enorme generosità. Jorginho va recuperato al più presto. Credo e spero che Cirigliano sia un’alternativa di qualità che permetta anche a Jorginho di rifiatare e ritrovarsi.
Accanto ai 24 gol presi, c’è però un dato brillante: 25 gol fatti. E qui il Verona viaggia al ritmo delle prime. E’ un dato da tenersi stretto perché l’Hellas dà sempre la sensazione di trovare la via del gol con disarmante facilità. Ed anche se Toni non segna più, il suo lavoro di sponde e sportellate, permette a Iturbe e ai centrocampisti inserimenti devastanti.
Chiudo dicendo che la crisi va affrontata con coraggio: pessimismo e clima da ultima spiaggia non aiutano l’Hellas Verona. E’ in questi momenti che si vede la differenza tra un tifoso vero e uno dei tanti salito per sbaglio sul carro dei vincitori. Che appunto, non essendo in questo momento contingente, dei vincitori, non fa più per lui. E allora dico a questo passeggero casuale che è pregato di scendere. Ma per favore, poi non risalga più. Che larghi a bordo si sta meglio…
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